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Attacco Istanbul, Is rivendica: "Turchia serva della croce"

(Xinhua)
(Xinhua)
02 gennaio 2017 | 07.28
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Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità per l'attacco alla discoteca Reina a Istanbul, nella notte di Capodanno, costato la vita a 39 persone. E' quanto si legge in un tweet della tv Al Jazeera.

"Continuano le operazioni benedette che l'Is sta conducendo contro il protettore della croce, la Turchia - si legge nella nota di rivendicazione dello Stato islamico - un soldato eroico del califfato ha colpito uno dei più famosi nightclub dove i cristiani celebrano la loro festa apostata".

"Li ha attaccati con bombe a mano e con un'arma automatica - si legge nel testo - cambiando la loro gioia in dolore, raccogliendo le anime di 150 persone, tra feriti e morti, come vendetta della religione di Dio e in risposta al richiamo del principe dei fedeli a prendere di mira la Turchia, servitrice della croce. Grazie a Dio per il successo e per il suo sostegno, che il governo della Turchia apostata sappia che il sangue dei musulmani che si versa sotto i suoi raid aerei e i suoi cannoni brucerà dentro la sua casa, con l'aiuto di Dio". La rivendicazione dello Stato è stata pubblicata per la prima volta anche in turco, oltre che in arabo.

CACCIA ALL'UOMO - Stando a quanto riferisce l'emittente Cnn Turk, che cita fonti della polizia turca, sarebbe un cittadino dell'Uzbekistan o del Kirghizistan legato all'Is l'uomo a cui la polizia turca sta dando la caccia. Secondo il quotidiano Hurriyet, gli investigatori ritengono che l'uomo entrato in azione al Reina potrebbe far parte della stessa cellula che il 28 giugno scorso è entrata in azione all'aeroporto Ataturk di Istanbul, uccidendo 47 persone.

Per il premier turco Binali Yildirim il terrorista potrebbe essersi mischiato alla folla in fuga dal locale per scappare e far perdere le tracce.

SPARATI ALMENO 180 COLPI - Nei sette minuti dell'attacco sono stati sparati almeno 180 colpi di arma da fuoco. E' quanto riporta la Bbc, che cita alcuni resoconti apparsi sulla stampa turca. L'assalitore, arrivato a bordo di un taxi, ha usato un'arma a canna lunga, sparando in modo indiscriminato contro le circa 600 persone che si trovavano nel club.

Il quotidiano turco Haberturk scrive che l'attentatore era "un professionista ben addestrato, con esperienza di armi e combattimento". Il giornale cita vari elementi che avrebbero spinto gli inquirenti a farsi questa idea. L'uomo, ad esempio, teneva il suo Kalashnikov all'altezza della vita e lo puntava verso l'alto per fare il numero più alto possibile di vittime.

VITTIME - Tra le 39 vittime, si contano 27 stranieri, tra i quali, sempre secondo la Bbc, sette sauditi, quattro iracheni, tre libanesi, due giordani, due marocchini, due indiani oltre ad almeno un siriano, un israeliano, un francese, un tunisino, un belga, un kuwaitiano, una canadese e un russo.

Nell'attacco sono rimaste uccise anche due persone che vivevano in Germania, in Baviera. Lo ha confermato il portavoce del ministero degli Esteri di Berlino, Martin Schaefer, dopo che la polizia aveva riferito di almeno una vittima tedesca e i social media parlavano di altri morti. Una delle vittime aveva doppia cittadinanza tedesca e turca, mentre l'altra aveva solo nazionalità turca. Nell'attacco sono rimasti feriti tre cittadini tedeschi, ma le loro condizioni non sono gravi.

Italiani scampati alla strage

ARRESTI - Per l'attentato la polizia turca avrebbe arrestato otto persone. Lo riferisce il quotidiano filo-governativo Daily Sabah. In precedenza il ministero degli Interni di Ankara aveva annunciato di aver arrestato, dal 26 dicembre al primo gennaio, 147 presunti sostenitori dell'Is in una serie di operazioni in varie località della Turchia.

Intanto, nella notte, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato "con forza l'attentato terroristico barbaro e orribile" ed ha ribadito che "ogni atto di terrorismo è criminale e ingiustificabile, indipendentemente dalla motivazione, da dove e da chiunque venga commesso".

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