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Israele, addio a Shimon Peres: l'ultimo dei grandi

(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP
28 settembre 2016 | 07.21
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Israele dice addio a Shimon Peres. L'ex presidente si è spento all'età di 93 anni. Lo ha riportato oggi Radio Israele. Le condizioni dell'ex presidente israeliano, colpito da un ictus lo scorso 13 settembre, erano drammaticamente peggiorate negli ultimi due giorni.

A renderlo noto erano stati i medici del Sheba Medical Center Tel HaShomer, vicino Tel Aviv, dove Peres era ricoverato sotto la supervisione del genero, nonché suo medico personale, Rafi Walden.

Con Shimon Peres, se ne va uno degli ultimi protagonisti della nascita d'Israele. Nato in Polonia nell'agosto 1923, Peres era giovanissimo nel 1948 quando Yitzhak Ben Gurion lo nominò capo della marina durante la guerra d'indipendenza che seguì alla proclamazione dello Stato d'Israele. Da allora è stato leader laburista, primo ministro, ministro degli Esteri, della Difesa, dei Trasporti e delle Finanze. Premio Nobel per la Pace, Peres fu il nono presidente d'Israele e fino all'ultimo, grazie al suo prestigio internazionale, ha svolto un ruolo di ambasciatore ufficioso del suo Paese.

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Nato con il nome di Shimon Perski, nel 1934 Peres emigrò con la famiglia nella Palestina sotto mandato britannico. Fra i fondatori del kibbutz Alumot, entrato nel 1947 nell'esercito della Haganah, il giovane Peres divenne un protetto del fondatore d'Israele, Ben Gurion. Dopo aver guidato la marina nel 1948, diventò direttore generale del ministero della Difesa con l'incarico di acquistare armi per l'esercito del nuovo Stato. Fu lui ad avviare il programma nucleare bellico, la cui esistenza Israele non ha mai confermato o negato.

Partito come falco, Peres è sempre stato un politico pragmatico che si è progressivamente spostato su posizioni a favore del negoziato con i palestinesi, senza però mai arretrare sulla sicurezza d'Israele.

Fra i fondatori del partito laburista nel 1967, ne assunse la guida nel 1977 e in questa veste fu sconfitto per due volte alle elezioni. E' diventato primo ministro nel 1984 in un governo di unità nazionale con il Likud, nel quale si alternò alla guida dell'esecutivo con il conservatore Yitzhak Shamir. Nel 1992 fu sconfitto nelle primarie interne laburiste da Yitzhak Rabin. Quando questi diventò primo ministro lo stesso anno, Peres assunse la guida degli Esteri. Fu quello il governo degli accordi di pace di Oslo con i palestinesi, grazie ai quali Rabin, Peres e il leader palestinese Yasser Arafat ottennero il Nobel per la pace nel 1994.

Peres divenne primo ministro dopo l'assassinio di Rabin nel 1995 da parte di un estremista di destra israeliano. Ma fu poi sconfitto di misura alle elezioni del 1996 dal leader del Likud Benyamin Netanyahu. Tornò al governo nel'esecutivo di unità nazionale guidato da Ariel Sharon, del Likud, con incarichi di ministro degli Esteri (2001-2002) e vice primo ministro (2002-2005). Nel 2005 lasciò i laburisti per partecipare al partito centrista Kadima di Sharon, che aveva come obiettivo la ripresa del negoziato di pace con i palestinesi.

Nel 2007 Peres fu eletto capo dello Stato, mandato che ha esercito fino al luglio 2014 cercando di favorire il più possibile il dialogo con il mondo arabo e i palestinesi. Una delle sue ultime missioni fu la preghiera in Vaticano assieme al leader palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), su invito di Papa Francesco.

Malgrado l'età avanzata - è stato uno dei capi di Stato più anziani del mondo - Peres si è mantenuto attivo fino all'ultimo come ambasciatore ufficioso d'Israele, curando il suo Peres Center for Peace fondato nel 1996. Appassionato di nuove tecnologie, è intervenuto spesso sui social.

Nel 2014 ha pubblicato su Facebook la sue foto, con barba e baffi finti, di quando si travestiva per recarsi in Giordania a negoziare la pace con Re Hussein alla metà degli anni settanta. "Auguri! La vita comincia a 90 anni", ha poi detto alla regina Elisabetta, complimentandosi con lei in video per il fatidico compleanno, quando lui ne aveva già 92.

Protagonista della vita dello stato d'Israele fin dalla sua fondazione, statista rispettato in tutto il mondo, Peres è sempre stato discreto nella vita privata. Nel 1945 sposò la compagna di liceo Sonya Gelman, che gli è stata accanto fino alla morte nel 2011 ed è raramente apparsa in pubblico. Assieme hanno avuto una figlia e due figli. Peres era anche cugino di primo grado dell'attrice americana Lauren Bacall.

Come ultimo atto di generosità verso gli altri, Peres ha donato le sue cornee. Ad annunciarlo il suo medico personale, nonché genero, Rafi Walden, spiegando che il premio Nobel era in buona salute fino al giorno del suo ictus.

"La sua vita si è conclusa bruscamente mentre stava ancora lavorando alla sua grande passione, il rafforzamento dello Stato e la lotta per la pace. La sua eredità resterà con tutti noi", ha detto Walden aggiungendo che l'ex presidente israeliano è morto senza soffrire.

IL CORDOGLIO - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e la moglie hanno espresso "un profondo, personale cordoglio per la morte di un diletto della nazione". Netanyahu ha convocato per questa mattina un riunione straordinaria del governo per ricordare Peres.

Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ha voluto ricordare il suo "amico Shimon" in una dichiarazione rilasciata dopo l'annuncio della morte dell'ex presidente israeliano: "Una luce si è spenta - ha detto Obama - ma la speranza che ci ha dato brillerà per sempre".

"Ci sono poche persone che vivono con noi nel mondo che hanno cambiato il corso della storia umana - ha sottolineato il presidente statunitense - non solo con il loro ruolo negli eventi umani, ma perché hanno allargato i confini della nostra immaginazione morale e ci hanno spinto a chiedere di più da noi. Il mio amico Shimon era una di queste persone".

I media riportano che il presidente americano parteciperà ai funerali di Peres che si svolgeranno venerdì. L'ex presidente israeliano verrà sepolto alle 11 ora locale sul Monte Herzl, a Gerusalemme. L'annuncio ufficiale è stato dato dal ministero degli Esteri israeliano. Secondo quanto riporta la televisione Channel 1,inoltre, domani sarà allestita la camera ardente nella Knesset. Assiema a Obama sono attesi in Israele leader politici di tutto il mondo. Tra loro, hanno anticipato i media locali, ci sarà Papa Francesco, ma sarà presente - tra molti altri - anche il Principe Carlo d'Inghilterra.

A esprimere il proprio cordoglio è stato anche il premier italiano Matteo Renzi: "Un uomo che aveva visto la guerra e per questo costruiva la pace - ha detto Renzi a 'Rtl 102.5' - un grandissimo amico dell'Italia, ma soprattutto un grande amico della pace. Ogni tanto la storia ci regala queste personalità che valgono doppio".

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