"E' ora" che le Nazioni Unite abbiano un segretario generale donna. Dopo otto uomini alla guida del Palazzo di Vetro, il numero uno dell'Onu, Ban Ki-moon, il cui mandato scade a fine anno, ha espresso l'auspicio che i Paesi membri facciano cadere la scelta per la sua successione su una donna. "Abbiamo molte donne eccellenti e importanti ai vertici dei governi nazionali o di altre organizzazioni o anche nella comunità degli affari, della politica, della cultura, di ogni aspetto della nostra vita - ha sottolineato Ban - Non c'è ragione per cui non possa esserci una donna alla guida delle Nazioni Unite".
Al momento, per la successione al sudcoreano concorrono undici candidati, sei uomini e cinque donne. La scelta, ha sottolineato Ban, non sta a lui ma ai 15 membri del Consiglio di sicurezza, che dovranno raccomandare il candidato all'Assemblea generale. Tuttavia, l'attuale numero uno del Palazzo di Vetro si sente di dare "un umile suggerimento" e cioè che ci sono "molte donne illustri, motivate che possono realmente cambiare questo mondo, che possono attivamente trattare con altri leader del mondo".
La consuetudine alle Nazioni Unite prevede una rotazione su base geografica nella scelta del segretario generale: i Paesi dell'est Europa, con la Russia, rivendicano il posto, sostenendo che questa volta sia il loro turno, non avendo mai espresso finora il numero uno al Palazzo di Vetro. In vista della scadenza del mandato di Ban, si sono tenute due votazioni informali cui hanno partecipato 12 candidati e che per il momento vedono in testa il portoghese Antonio Guterres, ex Alto commissario per i rifugiati.
Nella prima delle votazioni si è piazzata al terzo posto delle preferenze la bulgara Irina Bokova, a capo dell'Unesco, scesa al quinto posto nel secondo round di voto, dove è stata superata dalla ministra degli Esteri argentina, Susana Malcorra, già capo dello staff di Ban. Si è invece ritirata l'ex ministra degli Esteri croata, Vesna Pusnic, mentre restano candidate, ma al momento indietro nelle preferenze, l'ex premier neozelandese Helene Clark, a capo dell'agenzia dell'Onu per lo sviluppo, Christiana Figueres, del Costarica, funzionaria delle Nazioni Unite che ha avuto un ruolo chiave per arrivare all'accordo sui cambiamenti climatici, e l'ex ministra degli Esteri della Moldova, Natalia Gherman.
Il Consiglio di sicurezza ha fissato per il 29 agosto una nuova votazione informale e una o forse due dovrebbero ancora tenersi a settembre, prima del voto finale di ottobre.