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Armenia, Papa-Chatolicos richiamano il 'primo genocidio del XX secolo'

(Afp)
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26 giugno 2016 | 14.54
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Rispunta la parola 'genocidio' armeno nella dichiarazione congiunta tra Papa Francesco e il Chatolicos Kareki II. Nella dichiarazione firmata a Etchmiadzin, infatti, il Pontefice e il Chatolicos hanno inserito un preciso richiamo allo sterminio di un milione e mezzo di cristiani armeni da parte dell'Impero Ottomano nel 1915 nella quale si denunciava 'il primo genocidio del XX secolo'. La parola 'genocidio', già richiamata dal Papa venerdì scorso nel suo discorso alle autorità armene, torna dunque in forma di richiamo, nella dichiarazione congiunta, nero su bianco. E' di oggi la reazione del vicepremier turco che ha bollato le dichiarazioni sul genocidio "molto spiacevoli" e indice di una "mentalità delle Crociate".

"Oggi nella Santa Etchmiadzin, centro spirituale di tutti gli armeni, noi, Papa Francesco e Karekin II, Catholicos di Tutti gli Armeni, - scrivono nella dichiarazione congiunta - eleviamo le nostre menti e i nostri cuori nel ringraziare l’Onnipotente per la continua e crescente vicinanza nella fede e nell’amore tra la Chiesa Apostolica Armena e la Chiesa Cattolica nella loro comune testimonianza al messaggio del Vangelo in un mondo lacerato da conflitti e desideroso di conforto e speranza".

Pace e giustizia - L'appello è per fermare le violenze, l'umanità attende pace e giustizia. "Lodiamo il Signore per il fatto che oggi la fede cristiana è di nuovo una vibrante realtà in Armenia, e che la Chiesa Armena porta avanti la sua missione con uno spirito di fraterna collaborazione tra le Chiese, sostenendo i fedeli nel costruire un mondo di solidarietà, di giustizia e di pace", scrivono Bergoglio e il Chatolicos.

Guerre e rifugiati - Apriamo i cuori e le mani alle vittime delle guerre e ai rifugiati, è in gioco il senso stesso dell'umanità. "Purtroppo assistiamo a una presentazione della religione e dei valori religiosi in un modo fondamentalistico, che viene usato per giustificare la diffusione dell'odio, della discriminazione e della violenza. La giustificazione di tali crimini sulla base di idee religiose è inaccettabile, - denunciano Francesco e Karekin - perché 'Dio non è un Dio di disordine, ma di pace'". "Il rispetto per le differenze religiose è la condizione necessaria per la pacifica convivenza di diverse comunità etniche e religiose. Proprio perché siamo cristiani, siamo chiamati a cercare e sviluppare vie di riconciliazione e di pace. A questo proposito - è l'auspicio espresso nella dichiarazione comune - esprimiamo anche la nostra speranza per una soluzione pacifica delle questioni riguardanti il Nagorno-Karabakh".

La via della riconciliazione - "La via della riconciliazione e della fraternità è aperta davanti a noi" sottolineano nella dichiarazione congiunta. "Siamo lieti di confermare che, nonostante le persistenti divisioni tra cristiani, abbiamo compreso più chiaramente che ciò che ci unisce è molto più di quello che ci divide. Questa è la solida base sulla quale l'unità della Chiesa di Cristo sarà resa manifesta, secondo le parole del Signore: 'perché tutti siano una sola cosa'", scrivono Bergoglio e Karekin.

Famiglia basata su matrimonio tra l'uomo e la donna - La Chiesa cattolica e la Chiesa armena condividono la sessa visione di famiglia che è quella basata sull'unione tra un uomo e una donna. "La secolarizzazione di ampi settori della società, la sua alienazione da ciò che è spirituale e divino, conduce inevitabilmente ad una visione desacralizzata e materialistica dell'uomo e della famiglia umana. A questo riguardo - scrivono Francesco e Karekin - siamo preoccupati per la crisi della famiglia in molti Paesi. La Chiesa Apostolica Armena e la Chiesa Cattolica condividono la medesima visione della famiglia, basata sul matrimonio, atto di gratuità e di amore fedele tra un uomo e una donna".

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