Alexander Van Der Bellen è il nuovo presidente dell'Austria. Il candidato verde ha vinto le elezioni per una manciata di voti, sconfiggendo Norbert Hofer del partito di estrema destra Fpoe.
Secondo i risultati ufficiali annunciati dal ministro dell'Interno austriaco Wolfgang Sobotka, Van der Bellen ha raccolto il 50,3% delle preferenze contro il 49,7% di Hofer, con uno scarto di 31.026 voti.
Hofer ha ammesso la sconfitta con un messaggio postato su Facebook e rivolto ai suoi sostenitori. "Cari amici! Vi ringrazio per il vostro grande appoggio. Naturalmente oggi sono triste", scrive il leader di Fpoe, sottolineando che avrebbe ricoperto volentieri l'incarico di presidente "per voi nel nostro meraviglioso Paese". "Vi rimarrò fedele e darò il mio contributo per un futuro positivo dell'Austria. Non siate scoraggiati. L'impegno profuso per questa campagna elettorale non è perso ma rappresenta un investimento per il futuro. Il vostro Norbert Hofer" conclude il leader di Fpoe.
Economista, 72 anni, Alexander Van der Bellen, candidato indipendente appoggiato dai Verdi, di cui è stato leader, ha ottenuto il sostegno di quanti volevano fermare Norbert Hofer, in corsa per il partito populista di estrema destra Fpoe. Si insedierà il prossimo 8 luglio, succedendo al socialdemocratico Heinz Fischer.
Calmo e misurato, Van der Bellen è una personalità rispettata, la cui popolarità va oltre quella del suo partito di riferimento. Il nuovo presidente austriaco è nato nel 1944 a Vienna, figlio di un aristocratico russo di origine olandese e di una estone, che nel 1940 lasciarono l'Estonia per sfuggire all'invasione sovietica. La famiglia Van der Bellen si stabilì in Tirolo, dove Alexander ha trascorso l'infanzia. Europeista, sostenitore di una politica di integrazione verso i migranti, il nuovo presidente si è descritto spesso come figlio di profughi, ma ha anche detto di capire "il senso di rivolta contro l'establishment" che ha spinto a destra parte dell'elettorato.
Professore di Economia alle università di Innsbruck e Vienna, Alexander Van der Bellen è stato membro del partito socialdemocratico. Nel 1992 è passato ai Verdi, diventando deputato del partito ecologista nel 1994. Leader dei Verdi nel 1999, si è dimesso dall'incarico dopo il cattivo risultato del partito alle elezioni del settembre 2008. E' padre di due figli avuti da un primo matrimonio. Si è sposato in seconde nozze con la verde Doris Schmidauer poco prima di annunciare la sua candidatura.
Arrivato secondo il 24 aprile al primo turno delle presidenziali con il 21%, Van der Bellen si è presentato come il candidato in grado di unire gli austriaci e quello meglio in grado di rappresentare il suo Paese nel mondo. Aveva invitato anche "chi non lo sopporta" a votare per lui turandosi il naso per fermare Hofer.
LE REAZIONI - "Sarò particolarmente lieto di poter collaborare con lei per il bene comune dei nostri due Paesi e del nostro continente, certo che anche in futuro Austria e Italia continueranno a rappresentare un modello di progressiva integrazione nel segno del comune disegno europeo". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al nuovo Presidente.
Desidero farle pervenire le mie più vive congratulazioni per la sua elezione alla Presidenza della Repubblica d'Austria, Paese al quale l'Italia è profondamente legata", scrive il presidente Mattarella.
"Oggi - conclude il capo dello Stato - i sentimenti di amicizia tra Austria e Italia rappresentano non solo elemento imprescindibile per il comune sviluppo sociale ed economico dei nostri Paesi, ma anche un solido ancoraggio per il rafforzamento del progetto europeo, scosso da numerose e talvolta inedite sfide".
"Certamente si può esprimere sollievo per il compattamento che ha fermato il candidato della destra estrema - dice Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia e vicesegretaria del Pd - Tuttavia lo stretto margine che attribuisce la vittoria a Van der Bellen obbliga anche a riflettere su dinamiche sociali ed elettorali che devono essere prese molto sul serio. Al nuovo presidente auguro di saper esser punto di sintesi e unione per l'intero suo popolo, e ponte verso tutti gli Stati vicini e d'area".
"Un abbraccio agli amici del Partito della Libertà austriaco, alleato storico della Lega, sconfitto per una manciata di voti (arrivati per posta...) da un'ammucchiata di socialisti, democristiani, verdi e compagni - commenta su Facebook il segretario della Lega Nord e presidente Ncs, Matteo Salvini - Germania, Austria, Francia, Polonia, Ungheria, Finlandia, Gran Bretagna e Italia: in Europa soffia aria di libertà, la gente vuole più lavoro e meno immigrazione, più diritti e meno euro-burocrati".
"Provo pena per quei giornalisti italiani che parlano di un voto (della metà del popolo austriaco!) per una 'estrema destra xenofoba, populista, razzista e ultra-nazionalista'. Da quando chiedere il rispetto delle regole è estremismo? Nove giornalisti italiani su dieci non sono uomini, sono servi", conclude Salvini.
Su Twitter il commento del primo ministro francese Manuel Valls che esprime "sollievo nel vedere gli austriaci respingere il populismo e l'estremismo. Ciascuno ne tragga lezione in Europa".
Mentre, malgrado la sconfitta di misura alle elezioni presidenziali austriache, il Front National di Marine Le Pen si è felicitato con Hofer, per il "bel risultato" che annuncia "successi futuri" in Austria e "altrove nel mondo". Nel comunicato diffuso dal partito di estrema destra francese, si parla di un "risultato storico". "Il ritorno delle sovranità nazionali è ormai solo questione di tempo", sottolinea il Front National, la cui leader, Marine Le Pen intende candidarsi alle elezioni presidenziali francesi del 2017.