Ancora una volta sono due fratelli a compiere assieme una strage terroristica. Ibrahim e Khalid el Bakraoui, 30 e 27 anni - identificati formalmente come due dei kamikaze che ieri sono entrati in azione a Bruxelles, il primo all'aeroporto di Zaventem, il secondo nella stazione della metropolitana di Maelbeek - sono entrato entrati a far parte della triste lista delle coppie di fratelli autori di attacchi terroristici.
Noti finora come delinquenti comuni, gli el Bakraoui facevano parte della stessa rete e venivano dallo stesso ambiente di Molenbeek dei fratelli Abdeslam: Brahimi che si è fatto esplodere al Comptoir Voltaire durante gli attentati del 13 novembre a Parigi e Salah, che all'ultimo rinunciò a farsi esplodere allo stade de France ed è stato catturato venerdì scorso.
Ed erano fratelli anche Said e Cherif Kouachi, autori della strage a Charlie Hebdo, così come Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, i responsabili dell'attentato alla maratona di Boston.
Abdelhamid Abaaoud, considerato uno degli organizzatori degli attentati di Parigi, aveva trascinato in Siria il fratellino di 13 anni. E quando ha avuto bisogno di nascondersi ha fatto ricorso alla cugina Hasna Ait Boulahcen, trascinandola con sè nella morte quando la polizia ha assaltato il loro covo. Infine non va dimenticato che Abdelkader Merah, fratello di Mohammed, l'autore degli attacchi terroristici di Tolosa e Montauban, è in carcere come complice degli attentati compiuti dal congiunto.
Il fenomeno risulta molto diffuso. Secondo uno studio del think tank New America, oltre un quarto degli jihadisti di origine occidentale è imparentato con un altro jihadista. Il reclutamento, nota sul Guardian l'esperto belga Rick Coolsaet, avviene spesso "fra pari" in contesti dove "la parentela e l'amicizia" contano più della religione.
Sono persone cresciute insieme, spesso in contesti e famiglie difficili. Fratelli abituati fin da piccoli a spalleggiarsi di fronte agli adulti, amici e cugini che si conoscono da sempre.
Ma sono soprattutto persone che si fidano le une delle altre. "La fiducia assoluta che esiste fra due fratelli è una garanzia di fronte ai servizi d'intelligence - nota su Le Parisien, il sociologo Farhad Khosrokhavar, autore del libro Radicalisation (Radicalizzazione) - anche se uno dei fratelli decide di non partecipare, non denuncerà l'altro alla polizia".