Il Consiglio Ue ha approvato il passaggio alla 'fase 2' dell'operazione navale dell'Unione europea nel Mediterraneo per smantellare le reti di trafficanti di esseri umani (Eunavfor Med). Il via libera dell'operazione che prevede la possibilità di intercettare i barconi e arrestare gli scafisti in acque internazionali è stato deciso nel corso del Consiglio Ue Affari generali.
Il Consiglio straordinario Ue degli Affari interni ha inoltre approvato lo schema di redistribuzione di 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia verso gli altri Paesi Ue. La proposta era stata presentata dalla Commissione europea a maggio e approvata a luglio dal Consiglio Ue, che però si era fermato alla redistribuzione di 32mila rifugiati.
La decisione presa dai ministri degli Interni della Ue, riuniti a Bruxelles, istituisce un meccanismo di redistribuzione dei richiedenti asilo "temporaneo ed eccezionale". Lo schema prevede la ricollocazione di 40mila rifugiati, di cui 24mila dall'Italia e 16mila dalla Grecia, in un arco di due anni.
La Slovacchia però, secondo quanto riferiscono fonti europee, chiede un riferimento alla volontarietà del meccanismo di redistribuzione dei richiedenti asilo nelle conclusioni della riunione e minaccia di opporsi alla ricollocazione di altri 120 mila rifugiati, su cui sembrava che l'accordo fosse ormai raggiunto.
Francia e Germania insistono sull'istituzione degli hot spot, i centri di riconoscimento dei richiedenti asilo da istituire nei Paesi di primo arrivo, e Italia e Grecia si dicono pronte ad aprirli, assistite dalla Commissione europea. E' questo un altro dei punti decisi dal Consiglio Ue. L'Ungheria non è invece ancora d'accordo.
L'Italia, ha spiegato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in una pausa del Consiglio Ue straordinario, è pronta ad avviare gli hot spot ma a condizione che sia attivato il meccanismo europeo dei rimpatri. "Noi siamo pronti a partire con il primo hot spot condizionandolo al funzionamento del meccanismo dei rimpatri", ha detto Alfano.
La Francia si è detta poi pronta a ristabilire i controlli alla frontiera con l'Italia così come la Germania sta facendo con l'Austria. Lo ha annunciato il ministro francese Cazeneuve, a margine del Consiglio Ue straordinario. "Se ci dovesse essere una situazione identica a quella di alcune settimane fa - ha affermato - sono già state date tutte le disposizioni per mettere in opera lo stesso dispositivo" di controllo.
Questa mattina sono ripresi i collegamenti ferroviari tra la Germania e l'Austria dopo la sospensione decisa ieri nell'ambito delle misure di emergenza alle frontiere imposte da Berlino nel tentativo di arginare il flusso di rifugiati che entrano nel Paese. Solo nel fine settimana, 19.100 migranti hanno raggiunto in treno la città di Monaco, come hanno reso noto le autorità della Baviera, ed entro l'anno la cifra potrebbe arrivare a un milione, secondo le nuove stime del vice cancelliere e ministro dell'economia Sigmar Gabriel che, in una lettera ai membri della Spd, ha rivisto al rialzo la precedente previsione di 800mila.
Prosegue il flusso record anche in Ungheria. La polizia ungherese ha bloccato il principale punto di passaggio non ufficiale dalla Serbia utilizzato dai migranti per entrare nel Paese. Decine di agenti, con il sostegno di soldati e poliziotti a cavallo, si sono raccolti sulla linea ferroviaria vicino Roszke, attraversata nelle ultime settimane da migliaia di migranti. Oggi - prima del rafforzamento delle regole del governo di Budapest, che entreranno in vigore da domani - dalla Serbia sono entrate in Ungheria 7.437 persone. Le autorità, si legge sul sito britannico di 'Sky News', sono pronte a chiudere gli ultimi spazi della recinzione al confine bloccando la linea ferroviaria con un container di un treno merci coperto di filo spinato.
Inoltre, come riferito da fonti locali citate dai media internazionali, l'Ungheria avrebbe chiuso il suo spazio aereo in una zona di 20 chilometri lungo il confine con la Serbia fino a un'altezza di 1.350 metri. La misura sarebbe in vigore dal 10 settembre e volta a garantire a polizia, servizi di ambulanza ed esercito l'utilizzo dello spazio aereo per svolgere i compiti legati alla gestione della crisi migratoria. La chiusura non colpirà i voli di linea internazionale.
La Slovacchia, come ha fatto ieri la Germania con l'Austria, ha istituito controlli temporanei alla frontiera con l'Ungheria e l'Austria. Il ministero dell'Interno di Bratislava ha sottolineato che la misura è stata adottata seguendo "l'esempio della Germania". Circa 220 ufficiali di polizia sono stati dispiegati nella zona di confine.
I Paesi Bassi, riferiscono i media locali, citando Klaas Dijkhoff, segretario di Stato per la sicurezza e la giustizia, non chiuderanno le loro frontiere, ma la polizia rafforzerà i controlli nelle regioni di confine, per monitorare il flusso dei migranti in arrivo nel Paese. Si tratta "di un metodo per vedere rapidamente se il flusso si sta muovendo verso i Paesi Bassi", ha spiegato Dijkhoff prima della riunione di oggi a Bruxelles, precisando che "in questo modo siamo in grado di controllare se trafficanti di esseri umani stanno scegliendo un percorso diverso".
La Commissione europea ha preso nota della reintroduzione dei controlli aboliti con l'accordo di Schengen, ma si augura che la situazione duri il meno possibile.