Una Grecia nel caos, annichilita, sull'orlo del baratro e profondamente spaccata su come affrontare il dilemma del voto referendario. E' quanto emerge dai titoli dei principali giornali greci che vedono contrapporsi in modo netto i due schieramenti. L'unico titolo più pragmatico - "accordo martedì in ogni caso" - arriva, forse a sorpresa, da "Avgi", giornale della sinistra allineato con le posizioni del governo di Alexis Tripras, di cui riecheggia appunto le dichiarazioni, meno accese e ideologiche, di ieri.
Toni che invece vengono confermati da altre testate di sinistra: "Ultimatum? Memorandum? Colonia? No"(Dromos Tis Aristeras); "Cinica ammissione", riferita al rapporto dell'Fmi su debito greco (Efimerida); "Votiamo no per punire i nostri torturatori e per liberare il paese dagli strozzini" (Kontranews).
Sull'altro fronte, quello del Sì, l'appello è alla salvezza economica della Grecia e la permanenza nell'euro: "Sì per l'euro" (Ethnos), "Euro o dracma, l'economia vota sì", "Il No spaventa" (Ta Nea).
Non mancano poi gli attacchi politici a Tsipras da parte dei giornali conservatori che guardano, e sperano, già in un dopo voto: "La scioccante ammissione di Tsipras sull'apertura delle banche" (Kathimerini), "La soluzione con le elezioni generali se vincono i sì al referendum" (Parapolitica).
E' infine c'è la presa di distanza da entrambe le posizioni ("il popolo andrà in bancarotta sia con la proposta Ue-Bce-Fmi che con quella del governo") di Rizospastis, organo ufficiale del partito comunista greco che infatti ha invitato i suoi sostenitori al referendum di sostituire la scheda con una con cui vota no sia alla proposta dei creditori che a quella del governo Tsipras.