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Il primo ministro greco Alexis Tsipras è apparso fiducioso giovedi sera che ci sarà un accordo entro 48 ore dal referendum di domenica. In un'intervista al canale televisivo privato locale ANT1 Tsipras ha assicurato che il grexit non è un'opzione per il suo governo e che i giorni difficili che il popolo greco sta vivendo finiranno presto.
Il ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis ha dichiarato che si dimetterà se vincerà il 'Sì' al referendum di domenica. Intervistato da Bloomberg Tv, Varoufakis ha riposto negativamente quando il giornalista gli ha chiesto se sarà ancora al suo posto lunedì sera in caso di vittoria del 'Sì'. Il ministro, alla radio australiana Abc, ha poi chiarito che la Grecia non può emettere dracme perchè gli stampi sono stati distrutti e, pertanto, "l'unione monetaria è irreversibile". Nel 2000, "una delle misure prese è stata di sbarazzarsi di tutte le nostre presse" per la stampa delle dracme.
A 48 ore dalla consultazione, il primo ministro greco Alexis Tsipras terrà un comizio a piazza Syntagma, davanti al parlamento, a sostegno delle ragioni del No al referendum di domenica. Durante il discorso di Tsipras, si terrà anche una manifestazione per il Sì allo stadio Kaillimarmaro di Atene. Proprio oggi 246 professori di Economia delle università elleniche hanno sottoscritto una lettera aperta per invitare la popolazione a votare 'Sì' al referendum.
Intanto il presidente americano Barack Obama e il presidente del Consiglio Matteo Renzi "hanno convenuto sull'importanza che tutte le parti lavorino per riportare la Grecia su una strada di riforme e finanziamenti che porti alla crescita e la sostenibilità del debito all'interno dell'Eurozona". Lo riporta un comunicato diffuso dall'ufficio stampa della Casa Bianca, in cui si informa che i due leader hanno parlato al telefono degli ultimi sviluppi in Grecia.
Obama e Renzi, si legge, hanno rimarcato che i loro collaboratori "sono in stretto contatto e stanno monitorando gli sviluppi economici in Grecia, così come i mercati finanziari".
Ma dal punto di vista di altri mercati, quelli dei beni alimentari, la chiusura delle banche e i controlli sui capitali stanno provocando problemi nell'importazione e nella distribuzione. A quanto scrive il sito 'Ekathimerini', citando fonti del settore del commercio al dettaglio, importatori e produttori greci hanno problemi a pagare i loro fornitori all'estero e in patria, mentre gli autotrasportatori si trovano in difficoltà per i costi della benzina e dei pedaggi.
Secondo le fonti del giornale, la settimana prossima si potrebbero verificare scarsità di alcuni beni alimentari importati di largo consumo, come carne, fagioli e riso. Viene inoltre citato il caso di una società che distribuisce una nota marca alimentare straniera, la quale dispone di scorte del prodotto ma si trova in difficoltà perché non può più ottenere dall'estero le confezioni per l'imballaggio.
JUNCKER - La Commissione europea e il suo presidente, Jean-Claude Juncker, "sostengono il popolo greco e la sua permanenza nell'area euro e nell'Unione europea", ma "ora spetta ai greci scegliere il proprio futuro". Lo afferma il portavoce di Juncker, in vista del referendum in Grecia di domenica prossima. Nel frattempo fra l'esecutivo Ue e le altre istituzioni "non ci saranno ulteriori colloqui" con le autorità greche. "Aspettiamo l'esito del referendum", ha spiegato. La Commissione europea "non partecipa alla campagna elettorale per il referendum di domenica prossima in Grecia. Abbiamo già spiegato ai greci e ai cittadini delle altre 18 democrazie dell'area euro che hanno prestato i loro soldi alla Grecia la posizione della Commissione, presentata chiaramente dal presidente Juncker" nel suo discorso di lunedì scorso in cui ha espresso la linea del 'sì' al voto, spiega il portavoce del presidente. Anche il commissario Ue agli Affari interni, il greco Dimitris Avramopous "si allinea al 100% alla posizione di Juncker", sottolinea il portavoce.
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