Progetto rivolto a giudici, avvocati e polizia, promosso da Città di Torino, Minerva, Law International, Ssspo e ministero Esteri
Creare una nuova cultura della legalità per contrastare la violenza sulle donne, in un Afghanistan nuovo e democratico, nel quale l'affermazione di un nuovo Stato di diritto garantisca il rispetto di ogni uomo e ogni donna. Con questo obiettivo nasce il progetto "Rendere effettiva la tutela giuridica delle donne in Afghanistan", che prevede corsi di formazione per giudici, procuratori, avvocati e funzionari di polizia chiamati a gestire le denunce presentate dalle donne vittime di violenza, in Badakhshan, una delle più remote province del paese.
Il progetto, presentato alla Camera dei deputati, è promosso dalla Città di Torino con il sostegno della direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri, in collaborazione con Minerva, Law International e l’organizzazione afgana "Ssspo". Si tratta, ha spiegato il sindaco di Torino, Piero Fassino, di "un progetto importante finalizzato a sostenere un'azione di tutela delle donne, della loro dignità e del rafforzamento del loro ruolo in un paese come l'Afghanistan che è stato caratterizzato da una condizione di oppressione e riduzione dei loro diritti".
Nel corso della presentazione del progetto, la vicepresidente della Camera e coordinatrice del gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane, Marina Sereni, ha voluto sottolineare come il progetto si inserisca nel quadro di "una situazione ancora molto difficile, mentre è in corso un anno cruciale in Afghanistan, con il graduale trasferimento dei poteri di sicurezza alle forze locali. Nonostante le difficoltà sul terreno e l’instabilità politica -ha continuato Sereni- ci sono stati importanti progressi negli ultimi anni: le istituzioni sono in piedi, i bambini vanno a scuola e le strutture sanitarie sono operative, ma è un lavoro che non si ferma e la promozione delle risorse femminili è una cartina tornasole per capire come procede la transizione".
"Il sostegno a progetti come quello promosso da città di Torino -ha proseguito Sereni- è funzionale alla politica resa chiara dal governo e dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della recente visita in Afghanistan". Il progetto, ha sottolineato il direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo, Giampaolo Cantini, si inquadra infatti nel vastissimo impegno profuso dal nostro Paese nel sostegno alle donne, oltre che negli obiettivi strategici dell’Unione europea: "Si tratta di una priorità a livello globale -ha dichiarato Cantini- la capacità di formare magistrati, procuratori, operatori di polizia rappresenta un passaggio fondamentale per prevenire discriminazioni e violenze contro le donne".
Fawzia Koofi, presidente della commissione parlamentare afgana per i Diritti delle donne, i diritti umani e la società civile, ha voluto ringraziare l'Italia "per l'enorme sostegno al popolo afgano nel corso di questi anni. Dal 2001, anno della caduta del regime talebano, il paese ha fatto grandi passi in avanti e la condizione femminile è migliorata di pari passo. Non bisogna dimenticare però -ha concluso Koofi- che le donne hanno dovuto ricominciare da zero perché i talebani avevano cancellato ogni loro diritto, relegandole in casa e costringendole a guardare il mondo da piccole finestre".
Ghazalan Koofi, rappresentante di Ssspo, ha illustrato il lavoro svolto nel corso degli anni in Afghanistan contro la violazione dei diritti delle donne e a sostegno del delicato processo di pace sottolineando, in particolare, come il progetto "aumenterà le competenze giuridiche col fine di rafforzare gli strumenti per combattere l’attuale stato di impunità, assicurando alle donne una effettiva tutela Considerazione altrettanto importante è che i benificiari diretti saranno 50, ma in realtà ne beneficerà l’intera provincia del Badakhshan".
Maurizio Baradello, dirigente del Servizio relazioni internazionali, progetti europei, cooperazione e pace della città di Torino, ha evidenziato il ruolo centrale della città in un progetto che nasce con l'obiettivo di "garantire un'utilità concreta agli amici afgani in un'ottica di condivisione e scambio. Il lavoro delle Ong e quello degli Stati -ha continuato- è fondamentale e importantissimo, ma non bisogna dimenticare che le città hanno la leva della conoscenza dei problemi dei cittadini che, con le dovute differenze, sono simili in tutto il mondo".
Pierluigi Severi, presidente di Minerva, ha voluto sottolineare come "questo sia il primo progetto italiano di cooperazione decentrata sul tema della tutela giuridica delle donne in una provincia come quella del Badakhshan". La presidente di Law International, Laura Guercio, ha evidenziato come "il problema della violenza sulle donne sia un problema trasversale che riguarda l'Afghanistan e tutto il mondo e che, il reale sviluppo di un paese in trasformazione come l'Afghanistan passa anche attraverso la tutela effettiva e la garanzia della dignità delle donne".
A chiudere la presentazione del progetto, l'intervento di Sohaila Noori, incaricata d’Affari dell’ambasciata della Repubblica Islamica dell'Afghanistan: "E' stato fatto tanto ma non è ancora sufficient -ha detto Noori- molte donne non hanno la possibilità di potersi difendere, il governo afgano sta facendo passi da gigante nel campo dell'istruzione, della sanità, della giustizia ma è un cammino ancora lungo, da completare tutti insieme. Per questo abbiamo bisogno dell'aiuto internazionale e del sostegno di paesi amici come l'Italia che da sempre sono al fianco dell'Afghanistan", ha concluso Noori.