Le era stato negato un posto in un negozio. La Corte ha invocato il Civil Rights Act del 1964
La Corte Suprema americana si è pronunciata oggi a favore di una donna musulmana cui era stato negato un posto di lavoro in un negozio Abercrombie and Fitch perché indossava il velo.
Nel 2008, la donna, Samantha Elauf, si era rivolta a un negozio del gruppo a Tulsa, in Oklahoma, per un lavoro. Ma il gestore aveva deciso di non assumerla perché il velo che indossava non era conforme al codice di abbigliamento interno. A nome della donna la Equal Employment Opportunity Commission era allora ricorsa alle vie legali.
Con un voto quasi unanime, la Corte ha respinto oggi le conclusioni cui era giunta la Corte di appello che aveva accolto la spiegazione fornita dal negozio: la ragazza, che aveva 17 anni all'epoca dei fatti, era stato spiegato, non aveva chiesto ai suoi interlocutori di essere esentata per motivi religiosi dalle norme della società in materia di abbigliamento. La Corte ha invocato il Civil Rights Act del 1964 ricordando come esso vieti la discriminazione basata sulla razza, il colore, la religione, il sesso o le origini.