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Sisma in Nepal, oltre 2.300 morti. Soccorso Alpino: "Nessun contatto con 4 speleologi italiani"

Il presidente del Soccorso Alpino delle Marche Paola Riccio dice all'Adnkronos: "Sono esperti, ma in questi casi conta la fortuna e non l'abilità tecnica". Rintracciati i due fratelli fiorentini Daniel ed Elia erano vicino a Pokhara come raccontano i genitori che assicurano: "Stanno bene". Dopo la prima, oggi altre due scosse di 5,6 e 6,7 gradi. Una nuova valanga ha investito il Campo Base sull'Everest. A Katmandu crollata la torre Dharahara, patrimonio dell'Unesco ( Guarda le foto ). Le immagini del giorno dopo. Scienziati Ingv: "Nepal una delle regioni a più alto rischio terremoti nel mondo". Dal Cile al Giappone, i terremoti più violenti dal 1900

(Infophoto)
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26 aprile 2015 | 10.49
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"Non riusciamo più a metterci in contatto con quattro speleologi italiani in Nepal dal giorno del terremoto". A confermare la notizia all'Adnkronos è il presidente del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico delle Marche Paola Riccio. "Non riusciamo più a sentirli dal momento del sisma - dice -, sono Giuseppe Antonini, Gigliola Mancinelli e Oscar Piazza. Il quarto è Giovanni, ma il cognome devo verificarlo". "Non era la prima volta che andavano - spiega -, sono persone altamente qualificate, ma in questo caso credo che conti la fortuna e non la capacità tecnica".

Stanno bene i due italiani - "I ragazzi stanno bene, siamo sollevati". Lo ha detto all'Adnkronos Dafi Krief, la madre dei due fratelli fiorentini, Daniel ed Elia, in viaggio in Nepal di cui non si avevano notizie da una settimana. "Non ci abbiamo ancora parlato perché lì sono saltate le comunicazioni ma l'amica di mio figlio è riuscita a mettersi in contatto con i genitori in Germania", ha spiegato. I due giovani avevano "deciso di andare in Nepal". "Erano vicino a Pokhara" dicono i genitori.

Supera i 2.3000 morti il bilancio, ancora provvisorio e destinato a salire, delle vittime del terremoto che sabato ha colpito il Nepal, il sisma più grave per il Paese dopo quello del 1934. Un'altra scossa prolungata (almeno due minuti) di intensità pari a 6,7 gradi della scala Richter è stata registrata nel pomeriggio (ora locale) con epicentro a una sessantina di chilometri a est della capitale. Il bilancio più recente, diffuso dal capo ministero dell'Interno, denuncia la morte di 2.352 persone e oltre cinquemila feriti. Interi villaggi distrutti sono isolati. Il premier Sushil Koirala ha lanciato un drammatico appello alla comunità internazionale per "aiuto e sostegno". "Riusciremo a superare questo momento, qualunque sarà il costo per farlo", ha affermato, chiedendo ai connazionali in questo momento "di fare il possibile" per salvare vite umane.

"Molti dei morti sono bambini. Siamo sommersi dalle vittime", ha affermato Pratap Narayan, del Teaching Hospital, che riunisce 12 ospedali nella capitale e nella valle di Katmandu. La regione è senza energia elettrica. Danneggiate le centrali idroelettriche. L'unico aeroporto internazionale del Paese, quello di Kathmandu, è stato chiuso. Il centro della capitale e la valle di Katmandu con i suoi sette siti inseriti nella lista dell'Unesco, sono stati distrutti: la televisione nepalese parla del 90 per cento di stupa buddhisti, templi hindu e località storiche rase al suolo.

Dopo la scossa di sabato, ce ne sono state altra due di assestamento molto forti, una del grado 5,6 grado e una di 6,7, quest'ultima che ha causato una nuova valanga sull'Everest. Una lastra di ghiaccio è precipitata per 800 metri colpendo nuovamente il Campo Base, dove sabato c'erano state 18 vittime. ( FOTOGALLERY ).

Si teme che nel picco della stagione, siano un migliaio gli scalatori nella regione. "Ho perso quattro persone del mio gruppo, due nepalesi, un cinese e un australiano. ma la situazione è talmente brutta che le brutte notizie hanno solo iniziato ad arrivare", ha spiegato Temba Tsheri, sherpa della Dreamers destination treks and Expeditions, in una intervista all'agenzia di stampa cinese Xinhua.

Intanto attendono un volo che li riporti a casa i nove altoatesini, che partecipavano a un trekking organizzato dalla guida alpina di Lana Hansjoerg Hofer. Il gruppo, che proprio oggi avrebbe terminato la spedizione iniziata il 9 aprile scorso, è bloccato a Kathmandu. Del team fa parte anche il meranese Roland Giovanazzi. Gli altoatesini stanno tutti bene e aspettano solo che l'aeroporto riprenda l'attività.

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