Nonostante i 360mila i poliziotti dispiegati per garantire la sicurezza delle urne che in alcune regioni rimarranno aperte anche domani, almeno 24 persone sono rimaste uccise in attacchi dei jihadisti. In tilt anche il nuovo sistema di carte di identità biometriche. Il gigante dell'Africa alle urne per eleggere presidente e Parlamento
Attacchi di Boko Haram ai seggi elettorali, nel giorno in cui 6,8 milioni di nigeriani sono chiamati alle urne per eleggere presidente e Parlamento. Almeno 24 persone sono state uccise in diversi attacchi dei jihadisti. Anche per questo, oltre che per i ridardi tecnici dovuti all'introduzione delle carte di identità biometriche, in alcune regioni del paese sono state estese a domani le operazioni di voto. Anche il presidente uscente e candidato Goodluck Jonathan è stato costretto ad aspettare 50 minuti al seggio del suo villaggio di Otuoke e poi a tornare una seconda volta: dopo un ulteriore tentativo andato male, è riuscito a votare solo dopo che gli scrutatori hanno completato la registrazione manualmente.
Lunghe code si sono formate davanti ai 150mila seggi elettorali in tutto il Paese, il più popoloso dell'Africa. Per vincere le presidenziali al primo turno serve più della metà dei voti, oltre ad almeno il 25% in almeno due terzi dei 36 stati che compongono la Nigeria. Altrimenti vi sarà il ballottaggio fra i due primi arrivati. Al momento l'esito appare incerto, con i sondaggi che prevedono un testa a testa fra Goodluck Jonathan e l'ex generale golpista Muhammadu Buhari.
Sono 360mila i poliziotti dispiegati per garantire la sicurezza delle elezioni, dopo che il voto, originariamente previsto per il 14 febbraio, è slittato a oggi proprio a causa della minaccia di Boko Haram. Oltre a due attacchi a Shore e Barutai, vi è stata l'esplosione di un'autobomba presso un seggio a Enugu, capoluogo dell'omonimo Stato. Il voto è monitorato da 50 osservatori dell'Unione africana e una squadra di otto analisti e 30 osservatori dell'Unione europea.