Il presidente russo ha annullato un viaggio in Kazakistan solo per via di una agenda piena di impegni, dice il portavoce dopo che fonti ad Astana avevano parlato di una malattia di Putin mentre per la prima volta si parla di una spaccatura interna al sistema messa alla luce dall'assassinio Nemtsov.
Il Cremlino assicura che Vladimir Putin sta bene e che l'unica ragione per cui da giorni non compare in pubblico e ha annullato il viaggio ad Astana previsto per oggi e domani, così come la firma di un accordo per una maggiore integrazione con l'Ossezia del sud e la partecipazione alla tradizionale riunione con i vertici dell'Fsb, è un'agenda "piena di impegni". Il portavoce Dmitry Peskov, intervistato da Radio Eco di Mosca, respinge le voci che si sono diffuse dopo che fonti del governo kazako ieri hanno citato una malattia di Putin come ragione per lo slittamento degli incontri con Nursultan Nazarbayev e Aleksandr Lukashenko. La voce di una possibile malattia di Putin è stata diffusa proprio mentre Novaya Gazeta rendeva nota ieri una spaccatura interna in un sistema sempre presentato come unito emersa invece con l'assassinio di Boris Nemtsov.
L'ultima occasione in cui Putin è comparso in pubblico risale alla scorsa settimana, quando giovedì ha incontrato a Mosca il premier italiano Matteo Renzi e con cui ha poi effettuato una dichiarazione alla stampa, anche se sul sito del Cremlino sono state pubblicate foto del presidente nei giorni successivi, in un incontro con il capo della Carelia Aleksandr Khudilain ieri -che perì secondo l'agenzia RBC sarebbe avvenuto la settimana scorsa, come confermato da un sito ufficiale della regione che lo rimanda al 4 - e con il governatore della regione autonoma di Yamalo Nenets Dmitry Kobylkin il giorno precedente.
"Non c'è nessun bisogno di preoccuparsi, tutto è a posto", ha dichiarato Peskov. Putin "è sempre in riunione", impegnato in discussioni "legate a situazioni di crisi" e la sua stretta di mano più decisa che mai (spezza le mani, ha precisato, citando la dichiarazione del portavoce di Boris Eltsin, Sergei Yastrzhembsky nell'agosto del 1996 quando per rispondere alle domande dei giornalisti sull'ennesima scomparsa del presidente aveva parlato della sua stretta di mano ferma).
Il Cremlino ha poi pubblicato un comunicato in cui si rende noto che il presidente oggi ha parlato al telefono con la sua controparte armena Serzh Sarkisian. I due hanno discusso della "partnership" fra Russia e Armenia e il "processo di integrazione" di Erevan nell'Unione euroasiatica, così come della partecipazione reciproca alle commemorazione per il 100esimo anniversario del genocidio degli armeni e di quello della vittoria di Mosca sul nazismo. L'Armenia è formalmente parte dell'Unione dall'inizio di gennaio ma Sarkisian non sembrava essere stato invitato ai colloqui che avrebbero dovuto tenersi ad Astana con Nazarbayev e Lukashenko.
"E' ancora impossibile poter dire, per un esterno, dove sia Putin o cosa stia facendo. Ma si può trarre una conclusione da questo episodio: offre prove a sufficienza per poter dire che la Russia si è trasformata in una dittatura palese. Nessun altro stato sarebbe così opaco e in nessun altro paese i suoi cittadini tanto preoccupati", scrive Leonid Bershidsky, uno dei giornalisti russi più affidabili, che da mesi ha lasciato il suo paese per trasferirsi a Berlino, su Bloomberg. Ed è Bershidsky a citare l'ex consigliere di Putin, Andrei Ilarionov, che ipotizza un colpo di stato di palazzo a opera dei falchi come il capo di gabinetto Sergei Ivanov, e il giornalista Konstantin Remchukov, che in un tweet dice che il fedelissimo di Putin a capo di Rosneft Igor Sechin sta perdendo il posto.