L'uomo, portato via a forza dalla folla dal carcere dove era rinchiuso, è stato spogliato, picchiato e trascinato per le strade prima di essere impiccato. L'annuncio di Modi: "Sportelli di assistenza per le vittime di stupro". Stop al documentario sullo stupro. La mamma della vittima: "Impiccate i colpevoli"
Ventuno persone sono state arrestate nel nordest dell'India in relazione al linciaggio di un sospetto stupratore avvenuto giovedì scorso a Dimapur, nello stato di Nagaland. L'uomo, portata via a forza dalla folla dal carcere dove era rinchiuso, è stato spogliato, picchiato e trascinato per le strade prima di essere impiccato. La polizia ha reso noto che i fermati sono accusati di "disordini e raduno illegale", ma non è chiaro se questi siano stati direttamente coinvolti nell'omicidio.
In seguito all'episodio, centinaia di poliziotti sono stati schierati per pattugliare le strade della città, in un clima di crescente tensione e nel mezzo della polemica scoppiata in India per la trasmissione da parte della Bbc del documentario sullo stupro di gruppo risalente al dicembre del 2012 costato la vita di una studentessa 23enne. Ieri, per mantenere la pace, le autorità hanno imposto anche il coprifuoco.
Secondo quanto ha reso noto la polizia, la vittima era un commerciante musulmano di lingua bengalese proveniente dal vicino stato di Assam. Era stato arrestato nel mese di febbraio con l'accusa di aver ripetutamente violentato una 19enne di etnia Naga. Secondo alcune fonti l'omicidio sarebbe legato anche alle crescenti tensioni etniche nello Nagaland, le cui tribù indigene accusano gli immigrati del vicino stato di Assam e del Bangladesh di colonizzare le loro terre.