Da Alexander Litvinenko a Anna Politkovskaya, fino a Boris Nemtsov sono diversi i critici del governo russo che sono morti in circostanze sospette o deceduti per cause violente. Ecco alcuni casi
Da Alexander Litvinenko a Anna Politkovskaya, fino a Boris Nemtsov sono diversi i critici del governo russo che sono morti in circostanze sospette o deceduti per cause violente. Ecco alcuni casi:
Boris Berezovsky: Businessman che ha fatto fortuna negli anni '90 dopo la privatizzazione delle imprese statali sovietiche, Berezovsky emigrò nel Regno Unito nel 2000. Venne trovato morto impiccato a casa sua nel marzo del 2013. Pur non avendo trovato alcun segno di lotta violenta, un giudice ha stabilito che non è possibile determinare al di là di ogni ragionevole dubbio se si sia trattato di suicido o omicidio.
Sergei Magnitsky: Avvocato che aveva denunciato una presunta frode fiscale da società legate al Cremlino, Magnitsky è stato imprigionato con l'accusa di evasione fiscale nel novembre del 2008 ed è morto un anno dopo in carcere. Secondo un'inchiesta del consiglio per i diritti umani del Cremlino, alcune ore prima della sua morte Magnitsky è stato picchiato.
Natalia Estemirova: Famosa attivista per i diritti umani, che ha lavorato su questioni relative alla Cecenia, dove viveva, Estemirova è stata rapita da ignoti e uccisa nel luglio del 2009.
Alexander Litvinenko: Ex spia del Kgb, Litvinenko è stato avvelenato con il polonio-210 mentre prendeva un tè al Millennium Hotel di Londra nel novembre del 2006. E' morto in ospedale 22 giorni dopo, affermando di essere stato vittima di un assassinio in stile Guerra Fredda.
Anna Politkovskaya: Giornalista investigativa, il 7 ottobre del 2006 Politkovskaya è stata assassinata a 48 anni all'ingresso della sua abitazione a Mosca. Aveva denunciato numerose violazioni dei diritti umani in Cecenia. Per il suo omicidio sono stati condannati cinque uomini, ma il movente non è mai stato stabilito e la mente dietro la sua uccisione rimane un mistero.