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Bielorussia: Lukashenko apre alle istituzioni occidentali

La politica aggressiva di Mosca in Ucraina, la crisi economica e le elezioni presidenziali prima della fine dell'anno portano il presidente della Bielorussia a cercare una normalizzazione delle relazioni con l'Europa e perfino un 'dialogo costruttivo' con l'Alleanza atlantica.

Aleksandr Lukashenko - (foto Xinhua)
Aleksandr Lukashenko - (foto Xinhua)
21 febbraio 2015 | 18.04
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Ieri a Minsk è arrivato il ministro degli Esteri della Lettonia, presidente di turno dell'Unione europea. La prossima settimana è atteso l'inviato del Consiglio d'Europa, Andrea Rigoni, in Bielorussia mercoledì e giovedì per riavviare i contatti fra l'organizzazione internazionale e l'unico paese europeo che non ne fa parte. Rigoni incontrerà, fra gli altri, il ministro degli esteri, della giustizia e il capo della task force parlamentare sulla pena di morte, perché una moratoria sulle esecuzioni è la prima richiesta effettuata dall'organizzazione di Strasburgo, seguita subito dopo dalla liberazione dei prigionieri politici, con alcuni esponenti dell'opposizione - sul loro numero le cifre sono discordanti, ma non sono più di sette- ancora in carcere.

I negoziati per una soluzione del conflitto nell'est dell'Ucraina ospitati a Minsk e l'attivismo del presidente per facilitarne l'esito, la crisi economica in Russia tracimata nei paesi vicini, primo fra tutti la Bielorussia -che non ha aderito alle contro sanzioni introdotte dalla Russia contro i prodotti europei- ma anche il malcelato timore per il neo espansionismo di Mosca espresso dallo stesso Lukashenko e le elezioni presidenziali di novembre, hanno aperto la strada di un dialogo della Bielorussia, che fa parte dell'Unione euroasiatica insieme alla Russia, al Kazakhstan, all'Armenia e al Kirghizistan, con l'Europa, ma anche alla possibilità, nelle intenzioni di Minsk, con l'Alleanza atlantica.

"In qualità di paese sovrano siamo aperti a un dialogo costruttivo con la Nato basato sui principi della parità e della trasparenza", ha dichiarato Lukashenko giovedì, in un discorso ai vertici della difesa di cui ha dato notizia l'agenzia Belta. "Condividiamo molte questioni con la Nato su cui un lavoro congiunto rientrerebbe pienamente negli interessi della Bielorussia", ha aggiunto precisando che "se necessario, dobbiamo essere in grado di difendere l'indipendenza e la sovranità del nostro paese". "Vogliamo continuare a basarci sulla potenza della nostra sorella Russia, a patto che i nostri interessi riguardo a sovranità e indipendenza siano preci in considerazione", ha messo in chiaro l'uomo forte di Minsk che ha da poco introdotto una nuova dottrina militare in cui si precisa che "l'invio di gruppi armati, militari irregolari, gruppi di mercenari o militari regolari di un paese straniero o in favore di un paese o di più paesi stranieri" aprirà la strada a una dichiarazione di guerra. (segue)

L'allentamento delle sanzioni europee in vigore dal 2011 e quindi un invito per Lukashenko al vertice del partenariato orientale del 21-22 maggio a Riga, il primo dopo quello di Vilnius dello scorso anno in cui l'Ucraina avrebbe dovuto firmare l'accordo di associazione, sono obiettivi auspicati a Minsk. "Vorremmo fare il possibile per impartire nuovo slancio alle relazioni con la Bielorussia", ha dichiarato ieri il capo della diplomazia lettone Edgars Rinkevics. Lukashenko ha assicurato la sua disponibilità a relazioni "senza pregiudizi" con l'Unione europea.

Ma se la Lettonia sembra disponibile a invitare Lukashenko al vertice di maggio, altri paesi europei non lo sono. Per questo, lo stesso Rinkevics ha messo le mani avanti precisando che è troppo presto per poter dire a quale livello sarà rappresentata la Bielorussia al vertice, giudicato comunque "un'opportunità per ampliare le relazioni con la Bielorussia". Molti paesi europei non vogliono ripetere il processo di avvicinamento dell'europa ai paesi dell'est europa condotto, con l'Ucraina, in modo giudicato, fra gli altri anche dall'Italia, troppo frettoloso.

La caduta del rublo sul dollaro (l'otto per cento dall'inizio dell'anno, il 43 per cento nel 2014) ha avuto ripercussioni in tutti i paesi dell'area, inclusa quindi la Bielorussia. Il mese scorso, la banca centrale ha svalutato il rublo bielorusso del 18 per cento. Quanto alle richieste del Consiglio d'Europa, si sottolinea a Strasburgo, è stata approvata una legge per cui se l'imputato si dimostra collaborativo nel processo a suo carico nel caso di reati per cui è prevista la pena di morte la condanna decade a ergastolo, un passo nella direzione della moratoria auspicata. Lukashenko, che negli utlimi mesi è intervenuto anche a difesa della lingua e della cultura nazionale bielorussa e per una "derussificazione" del sistema scolastico, ha anche fissato una visita in Georgia, le cui relazioni con la Russia sono ancora lontane dalla normalizzazione, per il mese di aprile.

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