Un linguaggio "sessista e offensivo", un vero e proprio "incitamento all'odio". L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, condanna così le frasi rivolte da un monaco nazionalista buddista del Myanmar all'inviata speciale Onu nel Paese birmano. "Invito leader religiosi e politici in Myanmar a condannare in modo inequivocabile ogni forma di incitamento all'odio, tra cui questo aberrante attacco personale", ha dichiarato l'Alto commissario.
Ashin Wirathu, leader del movimento 969, che si batte perché il Paese rimanga buddista e che chiede restrizioni e boicottaggi per i musulmani, ha definito "cagna" e "pu..ana" l'inviata Onu sudcoreana Yanghee Lee, che si trovava in Myanmar la scorsa settimana proprio per affrontare la situazione della minoranza musulmana.
Wirathu ha trascorso quasi un decennio in prigione per incitamento alla violenza contro i musulmani. Dalla fine del regime militare in Myanmar nel 2011, il nazionalismo buddista, in gran parte guidato dai monaci, ha conosciuto una forte espansione. Nel 2012 decine di persone sono morte e migliaia sono rimaste senza casa dopo le violenze scoppiate tra buddisti e musulmani nello Stato birmano di Rakhine.