Chérif Kouachi, uno dei sospettati dell'assalto al settimanale satirico costato la vita a 12 persone, era apparso nel programma d'inchiesta dedicato al terrorismo 'Pièces à conviction', trasmesso da France 3. La trasmissione raccontava l'indottrinamento da parte di Farid Benyettou, predicatore del XIX arrondissement di Parigi che preparava volontari da mandare a combattere in Iraq
"Allievo diligente" di un predicatore parigino e pronto a morire da martire. Viene dipinto così Chérif Kouachi, uno dei sospettati per l'attacco a 'Charlie Hebdo', apparso a settembre 2005 nel programma di giornalismo d'inchiesta 'Pièces à conviction', trasmesso dall'emittente France 3, dedicato al terrorismo. L'inchiesta, diffusa in seguito al suo arresto legato ad un invio di combattenti in Iraq, racconta il suo indottrinamento.
Attraverso alcune frasi del documentario, riporta Le Parisien, è possibile ricavare indicazioni su come Chérif Kouachi, oggi 32enne, fosse all'epoca deciso a morire da martire. Presentato come uno "studente diligente" di Farid Benyettou, predicatore del XIX arrondissement di Parigi che preparava volontari da mandare a combattere in Iraq, prima che la sua filiera fosse smantellata, Kouachi aveva precisato in cosa consistesse il suo 'apprendimento': "Farid - raccontava il 32enne - ci ha parlato dei vantaggi degli attentati suicidi. E' scritto che è un bene morire da martire".
La sua preparazione al combattimento era amatoriale, si racconta nel documentario, tra alcune corse nel parco di Buttes-Chaumont e brevi incontri con un cosiddetto specialista di armi, che gli spiegava come si usa un Kalashnikov.
"Grazie ai consigli di Farid, i miei dubbi sono svaniti. Avevo paura, ma non gliel'ha detto - raccontava ancora Kouachi - Farid ha influenzato la mia partenza, nel senso che ha dato una giustificazione per la mia futura morte". All'epoca il giovane aveva già comprato un biglietto per la Siria, prima di essere condannato a tre anni di prigione, di cui 18 mesi con la condizionale.