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Il 'tesoro nazista' andrà al 'Kunstmuseum' di Berna, sì al controverso lascito di Gurlitt

Accordo fatto tra il museo, le autorità tedesche e la Baviera - regione nella quale risiedeva il collezionista Gurlitt, figlio di un mercante d'arte che operava sotto il regime nazista - in base al quale le opere dall'origine dubbia resteranno in Germania e saranno esaminate dalla task force istituita a suo tempo per far luce sulla loro proprietà.

Antonio Canaletto, 'Santa Giustina in Prà della Valle' (1751/1800) Infophoto
Antonio Canaletto, 'Santa Giustina in Prà della Valle' (1751/1800) Infophoto
24 novembre 2014 | 16.32
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Il Kunstmuseum di Berna ha deciso di accettare il lascito di Cornelius Gurlitt, che comprende circa 1600 opere d'arte trovate nel 2012 in un appartamento di Monaco di proprietà del controverso collezionista tedesco. Lo ha annunciato stamane in conferenza stampa a Berlino Christoph Schäublin, presidente della fondazione del museo. Tra le opere figurano lavori di Pablo Picasso, Henry Matisse e Paul Gauguin, oltre ad un'opera di Antonio Canaletto, "Santa Giustina in Prà della Valle".

La decisione - comunicata nel corso di un conferenza stampa in presenza delle autorità federali tedesche e bavaresi - non è stata presa alla leggera, ha aggiunto Schäublin - citato dall'Ats - facendo riferimento alla storia che pesa sulla collezione, assemblata da Hildebrand Gurlitt, padre di Cornelius, uno dei pochi commercianti d'arte autorizzati dai nazisti a vendere all'estero le opere confiscate dal regime agli ebrei.

A spingere il museo a compiere questo passo sono stati, secondo Schäublin, i principi contenuti nella dichiarazione di Washington, che prevede l'identificazione e la restituzione di tutte le opere rubate. "Ci atterremo in maniera stretta a queste direttive", ha precisato, sottolineando come nessuna opera di origine illecita arriverà in Svizzera.

Il museo ha raggiunto un accordo con le autorità tedesche e con la Baviera - regione nella quale risiedeva Gurlitt - in base al quale le opere dall'origine dubbia resteranno in Germania e saranno esaminate dalla task force istituita a suo tempo per far luce sulla proprietà delle stesse. In base all'intesa - oggi in programma la firma della ministra tedesca della cultura Monika Grütters (CDU) e del ministro bavarese di giustizia Winfried Bausback (CSU) - Berlino si farà carico dei costi legati alla restituzione dei quadri rubati.

Nei giorni scorsi il presidente del Congresso ebraico mondiale (WJC) Ronald Lauder, aveva messo in guardia il museo dall'accettare le opere. In un'intervista al periodico tedesco "Der Spiegel", aveva minacciato una "valanga di processi". Una cugina di Cornelius Gurlitt ha da parte sua annunciato di aver richiesto un certificato ereditario relativo alla collezione presso l'ufficio giudiziario competente per le successioni.

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