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Brasile: un voto su 6 è 'italiano', Neves favorito tra i figli degli immigrati

25 ottobre 2014 | 16.11
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Al primo turno delle elezioni brasiliane il candidato socialdemocratico Aecio Neves ha vinto in molti stati meridionali dove è più forte la presenza di discendenti degli immigrati italiani. E' da questo dato che si può forse partire per capire gli orientamenti dei brasiliani di origine italiana, quasi 35 milioni di persone, pari ad un sesto della popolazione.

Al primo turno Neves "ha ottenuto la maggior parte dei voti negli stati dove ci sono più italiani: Paranà, Santa Catarina, Rio Grande do Sul, Sao Paulo, Espiritu Santo", dice all'Adnkronos Renata Bueno, deputata del gruppo misto ed eletta nella circoscrizione dell'America meridionale.

Sostenitrice di Neves, sottolinea come in Paranà, dove un terzo della popolazione discende da italiani, il senatore socialdemocratico sia stato il più votato. Un orientamento, spiega, legato in parte al fatto che molti italo brasiliani fanno parte di quella classe media tendenzialmente più favorevole a Neves. Invece, aggiunge, fra i cittadini italiani residenti in Brasile, che non votano, spesso viene preferita la presidente uscente Dilma Roussef.

Fabio Porta, deputato del Pd eletto nella circoscrizione dell'area meridionale, ricorda all'Adnkronos che molti immigrati italiani sono arrivati in Brasile agli inizi del 900. I loro discendenti "sono talmente integrati nel tessuto politico" del paese, che è difficile dire se vi è un loro specifico orientamento politico. Il fatto che Neves abbia avuto successo in stati a maggioranza italiana "è un dato più statistico che politico".

Certo, conviene Porta, c'è una prevalenza fra gli italiani di quella classe media e medio alta che probabilmente vede con preoccupazione "la politica di rapida e accelerata inclusione sociale di fasce più povere". "Può darsi che ci sia un orientamento più conservatore - aggiunge - ma conosco anche tanti italiani che hanno sostenuto e continuano a sostenere Dilma".

Questa è stata una campagna in cui "sono saltati gli schemi tradizionali", avverte Porta. Le manifestazioni di protesta precedenti ai Mondiali di calcio, ricorda, si rivolgevano "a tutti gli schieramenti politici". C'è un desiderio di cambiamento "che la classe politica fa fatica a intercettare" ma non si traduce per forza nel sostegno all'uno o all'altro partito. Inoltre, conclude, in Brasile "c'è bisogna di una riforma elettorale, perchè il sistema presidenzialista esaspera le contrapposizioni mentre il parlamento proporzionale esaspera la frammentazione".

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