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Ebola, infermiera contagiata a Madrid: tre persone in isolamento. Ue chiede chiarimenti alla Spagna

In osservazione 52 persone entrate in contatto con la paziente, preoccupa il marito. Medici e infermieri vogliono le dimissioni del ministro della Sanità. Lorenzin chiede più fondi per contrastare il virus

(Foto Xinhua)
(Foto Xinhua)
07 ottobre 2014 | 11.35
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Tre persone sono state messe in isolamento a Madrid perché entrate in contatto con l'infermiera che ha contratto il virus Ebola in un ospedale della capitale spagnola: si tratta del marito della donna - quello che più preoccupa i medici perché è stato a più stretto contatto con la paziente - un'altra infermiera che ha avuto in cura il sacerdote morto il 26 settembre, Manuel García Viejo, e un cittadino nigeriano le cui analisi effettuate finora sono risultate negative.

Restano sotto monitoraggio 52 persone - almeno per 21 giorni, il tempo di incubazione della malattia - entrate in contatto con la paziente: 22 dell'ospedale di Alcorcón dove è stata assistita in un primo momento e altri 30 operatori sanitari che hanno seguito il religioso all'ospedale Carlos III.

Rafael Perez-Santamarina, dirigente dell'ospedale La Paz Carlos III, dove è ricoverata l'infermiera, ha reso noto che la donna viene curata con un siero contenente anticorpi di persone sopravvissute alla malattia.

Ue chiede chiarimenti - La Commissione europea ha chiesto "chiarimenti" alla Spagna sulle possibili falle nel suo sistema sanitario che hanno permesso all'infermiera di contrarre il virus Ebola. Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue.

Mentre sale in Spagna la rabbia fra medici e infermieri: molti di loro si sono riuniti all'ingresso degli ospedali di Madrid per chiedere le dimissioni del ministro della Sanità Ana Mato.

Il sindacato degli infermieri Satse accusa il governo di "improvvisazione", mentre il sindacato dei dipendenti pubblici Csif si chiede perché l'infermiera non sia stata ricoverata il 30 settembre quando ha manifestato i primi sintomi. La donna, scrive El Mundo, aveva allora contattato il Servizio di prevenzione dei rischi sul lavoro per avvertire che aveva la febbre ma, dato che era sotto la soglia di 38,6, le è stato raccomandato solo di rimanere a casa.

"Ha fatto tutto quello che le era stato detto, non mi ha detto nulla, è tornata a casa normale e non ha mai avuto alcuna preoccupazione" ha riferito il marito, intervistato da El Mundo. Rispondendo alla domanda se la moglie avesse violato il protocollo assistendo un missionario malato, l'uomo ha spiegato che "stava lavorando normalmente, ha seguito tutti i suoi normali protocolli".

Ricoverata a Oslo cooperante norvegese - Intanto è stata rimpatriata e ricoverata nella clinica universitaria di Oslo la cooperante norvegese 32enne di Medecins sans frontieres che ha contratto il virus dell'Ebola mentre prestava la sua opera in Sierra Leone. Al suo arrivo in patria, la donna è stata condotta in ospedale con un convoglio di diverse ambulanze scortate dalla polizia.

Lorenzin - Quanto all'"Italia abbiamo avuto moltissime segnalazioni di presunti casi di Ebola. E va bene così vuol dire che il sistema di allerta funziona ed è molto attento. Queste segnalazioni in alcuni casi si sono rivelate relative a pazienti colpiti da malaria", ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in audizione alla Camera alle Commissioni riunite Affari esteri e Affari Sociali in relazione alle iniziative adottate a livello internazionale per contrastare la diffusione del virus Ebola.

Lorenzin ha chiesto al ministero dell'Economia e Finanze nella prossima legge di Stabilità più fondi per contrastare Ebola: 5 mln di euro annui per incrementare i controlli contro la diffusione del virus e altri 8 mln per attivare l'ala in costruzione dell'Irccs malattie infettive Spallanzani di Roma.

Ponte aereo - L'Unione europea organizza un ponte aereo con i Paesi dell'Africa occidentale colpiti dal virus. Il Centro di coordinamento europeo per le emergenze faciliterà il trasporto aereo di generi di prima necessità verso l'Africa occidentale. Inoltre l'Ue, si spiega dall'esecutivo Ue, finanzierà e coordinerà l'evacuazione, se necessaria, del personale internazionale da Liberia, Guinea e Sierra Leone.

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