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Usa verso le elezioni del mid term, Obama rischia di perdere il Senato

Con il voto del 4 novembre i repubblicani potrebbero riprendere il controllo dell'intero Congresso. Sfide cruciali in Alaska, Colorado, Iowa e Carolina del Nord

Usa verso le elezioni del mid term, Obama rischia di perdere il Senato
29 settembre 2014 | 14.28
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Mancano esattamente cinque settimane alle elezioni di mid term che potranno segnare una rivoluzione al Capitol Hill, con il ritorno dei repubblicani al controllo dell'intero Congresso. Da settimane infatti, i sondaggi indicano come i repubblicani, che hanno già la maggioranza alla Camera, abbiano la buona possibilità di strappare ai democratici anche la risicata maggioranza che ancora conservano al Senato, che al momento permette alla Casa Bianca di Barack Obama di avere ancora un certo controllo dell'agenda legislativa.

Le elezioni di mid term si chiamano così perché cadono a metà del mandato presidenziale e prevedono il rinnovo di tutti i 435 membri della Camera dei rappresentanti, il cui mandato dura due anni, ed un terzo circa dei 100 senatori, il cui mandato dura sei anni.

Quest'anno sono in tutto 36 seggi da rinnovare, 21 ora in mano ai democratici e 15 ai repubblicani. I democratici hanno al momento 53 seggi ed i repubblicani 45, con due indipendenti che solitamente votano con i democratici. Per riconquistare la maggioranza i repubblicani devono strappare sei seggi ai democratici.

Sono soprattutto cinque i duelli, ancora aperti, che potranno decidere il prossimo 4 novembre le sorti del Senato, affermano gli esperti elettorali sottolineando che comunque sono in tutto 13 i seggi che, al momento, appaiono destinati a passare da un partito all'altro. Quattro duelli si svolgeranno per la conquista di seggi attualmente di democratici - Alaska, Colorado, Iowa e Carolina del Nord - ed uno dei repubblicani.

Con la campagna elettorale che entra da oggi nel vivo, il Congresso infatti è chiuso per permettere ai deputati ed ai senatori di fare campagna elettorale, sarà quindi in questi stati che la battaglia sarà più accesa. E verrà bruciata la maggior parte dei fondi raccolti dai partiti e dai gruppi indipendenti di sostenitori per gli spot elettorali.

Tra i quattro seggi che i democratici rischiano di perdere, quello che risulta essere più difficile da conquistare per i repubblicani è quello della Carolina del Nord, dove la democratica Kay Hagan, anche grazie ad una intensa campagna di spot tv, ha un certo vantaggio sullo sfidante repubblicano, Thom Tills. Mentre i repubblicani sono sempre più ottimisti sull'Alaska, dove il loro candidato Dan Sullivan è dato dagli ultimi sondaggi sei punti avanti rispetto al senatore Mark Begich. Buona la posizione anche dei candidati repubblicani anche in Colorado ed Iowa.

Ma a guastare l'ottimismo dei repubblicani è scoppiato il "caso Kansas" dove Pat Roberts, senatore veterano che veleggiava verso vittoria certa - il democratico si era addirittura ritirato - dopo aver superato le difficili primarie di agosto, all'improvviso deve fare i conti con l'exploit di Greg Orman, un uomo d'affari, con legami con i democratici, che sta spendendo milioni di dollari per la campagna elettorale.

Uno dei fattori che potrebbe avvantaggiare i repubblicani alle prossime elezioni è il giudizio non certo positivo sull'amministrazione Obama che registrano da mesi i sondaggi. Ma, durante l'intervista a "60 Minutes" il presidente ha detto che i democratici manterranno il controllo del Senato e che in queste settimane intende ricordare agli americani tutto quello che è stato fatto dal 2008 ad oggi per la ripresa economica. "Possiamo mettere questa azioni a confronto con quelle di ogni altro leader mondiale, nel cercare di fare uscire il paese da una terribile, quasi senza precendenti crisi finanziaria", ha detto.

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