Più di 70mila persone hanno aderito a "Russia aperta" nel primo giorno di attività del movimento rilanciato sabato da Mikhail Khodorkovsky, l'ex patron della società petrolifera Yukos che dopo dieci anni di carcere ora vive in Svizzera, annunciando la sua disponibilità a candidarsi come presidente "per assicurare un domani migliore" al paese e attuare le riforme costituzionali necessarie per redistribuire i poteri.
"Non sarei interessato all'idea di diventare presidente della Russia in un periodo di sviluppo normale. Ma se si rivelasse necessario per superare la crisi e attuare riforme costituzionali la cui sostanza è quella di redistribuire i poteri del presidente in favore del sistema giudiziario, del parlamento e della società civile, sarei pronto a farmi carico di questa parte del compito", ha dichiarato Khodorkovsky rispondendo alla domanda di un giornalista di Le Monde al festival del quotidiano che si è tenuto nei giorni scorsi a Parigi.
"Siamo aperti a cooperare con tutti coloro che condividono, anche solo in parte, i nostri valori e le nostre idee. Tutti noi vogliamo una Russia grande e libera...condividiamo i cosiddetti 'valori europei' e non il corso politico attuale che considera illeciti questi valori...la strada europea non è una astrazione ma il riconoscimento del rispetto della legge come elemento cardine su cui è costruito lo stato russo, significa leggi giuste, la loro applicazione onesta (e uguale per tutti) e la rotazione senza condizioni di chi detiene il potere senza cui non è possibile assicurare nè la prima nè la seconda di queste condizioni", ha precisato l'ex patron di Yukos. Khodorkovsky aveva fondato Otkritaya Rossya, che non vuole consolidare come partito politico ma mantenere coma una rete e un movimento, prima di essere arrestato nel 2003. Le prossime elezioni presidenziali in Russia si terranno nel 2018.
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