La Turchia ha catturato ed estradato 830 cittadini di Paesi europei che tentavano di varcare il suo confine con la Siria per combattere tra le fila dei jihadisti contro il regime di Bashar al-Assad e i ribelli moderati.
Lo riferisce il sito di Hurriyet spiegando che negli ultimi due anni la Turchia ha creato squadre speciali dell'antiterrorismo concentrate sull'azione dei miliziani sunniti dello Stato islamico (Is).
Oltre agli 830 cittadini europei catturati negli ultimi due anni, la Turchia ha anche spiccato mandati di arresto per duemila persone sospettate di aver aderito allo Stato islamico. Di recente i paesi europei hanno iniziato a condividere con la Turchia informazioni su sospetti miliziani jihadisti diretti in Siria.
Tra questi anche Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda e Belgio hanno condiviso con la Turchia informazioni su circa 4,700 persone via Interpol.
Unità di intelligence e squadre dell'antiterrorismo hanno concentrato le loro attività lungo i confini, presso gli aeroporti e le stazioni di bus e treni. Squadre speciali sono state dispiegate negli aeroporti di Sabiha Gokcen e di Ataturk, entrambi a Istanbul. In questi due scali sono stati fermati 240 passeggeri in entrata in Turchia sospettati di voler entrare a far parte dell'Is: la maggior parte di loro proveniva da Paesi europei. Di questi, 56 sono stati rispediti nei Paesi di origine.
Lo Stato islamico ha stabilito due campi di addestramento nel villaggio di Atmeh, nel nord della Siria, vicino al confine con la Turchia. Per evitare il passaggio di combattenti le autorità turche hanno aumentato le misure di sicurezza nella zona. Si stima che siano circa un migliaio i cittadini turchi che combattono tra le fila dell'Is in Iraq e Siria, secondo le unità di intelligence e dell'antiterrorismo.