Le immagini, disegnate dai piccoli che hanno frequentato uno degli spazi a misura di bambino dell’Unicef a Bossangoa, mostrano con colori vivaci e dettagli gli orrori che hanno vissuto a causa della crisi iniziata nel dicembre 2012 /FOTO
Una donna incinta con una pistola puntata alla tempia, una casa data alle fiamme con dentro un bambino, un uomo con un machete in piedi su un corpo che giace in una pozza di sangue: queste le scene disegnate dai minori che hanno frequentato uno degli spazi a misura di bambino dell’Unicef a Bossangoa.
Disegni che, spiega l’Unicef, mostrano con colori vivaci e dettagli gli orrori che hanno vissuto a causa della crisi in Repubblica Centrafricana, iniziata nel dicembre 2012. Circa 500.000 bambini risultano sfollati e molti altri in pericolo perché vivono in aree instabili o per motivi legati alla religione.
Per loro disegnare è una terapia, li aiuta ad esprimere quel che provano e quello che hanno vissuto, sia i momenti felici sia i momenti più terribili. Negli spazi Unicef ai bambini è stato chiesto di disegnare anche quello che ricordano della propria vita prima del conflitto. “E’ importante - si legge in una nota - che focalizzino le loro energie sui momenti felici. Il ricordo dell’amore che hanno ricevuto, prima dello scoppio della crisi, è la fonte dalla quale possono attingere la forza per recuperare. Alcuni bambini disegnano volontariamente anche le violenze terribili che hanno vissuto”.