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Gb: farmaci per cambiare sesso a bimbi di 9 anni

Le medicine che bloccano lo sviluppo degli organi sessuali potranno essere somministrate ai bambini che sono così a disagio con il proprio genere da volersi sottoporre a una drastica chirurgia dopo l’adolescenza. I Tory chiedono un’indagine del testo

Gb: farmaci per cambiare sesso a bimbi di 9 anni
19 maggio 2014 | 19.45
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Bimbi di 9 anni in Gran Bretagna inizieranno a prendere i farmaci per ritardare la pubertà, come primo passo verso un intervento per il cambio di sesso. Il trattamento sarà offerto da un trust del Servizio sanitario britannico ai bambini che sono così a disagio con il proprio genere da volersi sottoporre a una drastica chirurgia dopo l’adolescenza, come riferisce il ‘Mail on Sunday’. Un po’ come Zach Avery, un bimbo di 5 anni che ha deciso di vivere come una bimba, la cui storia è rimbalzata sulla stampa nel 2012.

Ora la notizia di farmaci precoci fa discutere nel Paese: la decisione di offrire il trattamento a bimbi così piccoli è stata etichettata come “orribile”, tanto da spingere alcune associazioni a chiedere un’indagine. Iniezioni mensili di questi fermaci sono usate per bloccare lo sviluppo degli organi sessuali del piccolo, mettendo un freno alla produzione di testosterone ed estrogeni. Nei maschi evita che la voce diventi più profonda e blocca la comparsa dei peli sul viso, mentre nelle femmine impedisce il ciclo e lo sviluppo del seno, rendendo più semplice il futuro cambio di sesso.

I medici della Fondazione Tavistock and Portman hanno detto di aver completato con successo un test triennale su bambini dai 12 ai 14 anni, e che ora pensano di iniziare a offrire la terapia anche prima. La dottoressa Polly Carmichael, che ha diretto il trial, ha detto che in futuro il trattamento sarà offerto in base allo stadio e non all’età dei pazienti. “Stiamo parlando di fermare la pubertà all’interno del normale range d’età, quindi credo che l’età più giovane sia attorno ai 9 o 10 anni”, ha spiegato la studiosa sul ‘Telegraph’. Solo i bimbi che corrispondono a certi criteri, fra cui il permesso dei genitori e l’assenza di problemi di salute mentale, potranno accedere alla terapia precocissima. Ma Mark Pritchard, del Partito conservatore, ha chiesto un’indagine sulla decisione del trust, e il suo collega Andrew Percy ha concordato sulla necessità di fare chiarezza.

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