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Coronavirus, "allarme povertà a Roma"

Caritas: "Raddoppiate le richieste di aiuti"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
12 maggio 2020 | 17.09
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L'allarme povertà da coronavirus viene lanciato dalla Caritas Romana, attraverso don Antonio Pompili, parroco della chiesa di San Martino I Papa nel quartiere centrale di San Giovanni a Roma. "Se i primi dati delle Caritas diocesane parlavano di aumenti dal 20 al 50% per quanto riguarda gli aiuti alimentari, oggi sono raddoppiate le richieste di aiuti rispetto all'inizio della crisi da pandemia", secondo un'indagine su 101 centri Caritas diocesani, pari al 46% del totale, condotta a metà aprile.

"Nel nostro caso - dichiara don Pompili - mercoledì scorso abbiamo aiutato con pacchi alimentari un numero di persone triplo rispetto al solito; ognuno riceve il pacco solidale per una persona, ma poi ci sono persone che aiutiamo che hanno un nucleo familiare di 4, 5 o 6 persone, spesso con bambini piccoli. Le quantità di cibo donate sono consistenti, ma non siamo certi di riuscire a soddisfare queste persone per le prossime settimane", avverte.

Quello che colpisce, per il parroco attivo nella Caritas Romana, è che "tra le ultime persone venute, vi sono prevalentemente giovani e stranieri che avevano una attività regolare nel quartiere e che dispongono di una casa; persone come tante fino a pochi giorni fa, alle quali è crollato il mondo addosso. Ho assistito a cene particolarmente toccanti, anche nella nostra zona centrale di San Giovanni".

La Caritas Romana, attraverso don Pompili, riferisce che "molte famiglie hanno visto perdere il posto di lavoro, mentre i poveri e i più deboli di prima lo sono ancora di più oggi con la pandemia. Chi non ha un tetto oggi non riesce nemmeno a racimolare quei pochi euro per un pasto quotidiano. Molti anziani non riescono ad arrivare alla fine del mese e sono costretti a rimanere a casa per motivi di sicurezza".

Il parroco ricorda che "nella nostra chiesa, era abitudine fino a qualche settimana fa di invitare i fedeli a lasciare parte della spesa al vicino supermercato. I prodotti alimentari venivano raccolti dai volontari e successivamente donati alle famiglie bisognose ogni settimana. Le messe non vengono più celebrate pubblicamente e molti fedeli non sanno come donare parte della spesa ai poveri della zona seguiti dal centro Caritas della parrocchia". L'emergenza da coronavirus "che tutti stiamo affrontando, porta sicuramente alla nascita di nuove fasce di povertà e questo ha richiesto anche da parte delle parrocchie nuovi interventi in favore del numero maggiore di bisognosi", conclude don Pompili.

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