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Ponte Morandi: Di Dio, con intelligenza artificiale si potrebbero salvare vite

Datacrazia
Datacrazia
12 settembre 2018 | 11.56
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“Non credo che l’uomo possa essere capace di progettare misteriose forme di intelligenza artificiale che si rivolgeranno contro l’uomo. La rivoluzione digitale è un’onda che dobbiamo saper cavalcare per non esserne sommersi. Il modo in cui può trasformare il nostro mondo è affascinante e al tempo stesso suscita paure, ma se al centro della scelta c’è sempre l’essere umano con la sua etica e la sua coscienza avremo solo vantaggi, e questo è progresso. Un esempio? Pensando a quanto accaduto a Genova, le tecnologie già esistenti consentirebbero di monitorare le infrastrutture stradali con sistemi di sensori, raccolta dati, computer-vision, diagnosi e supporto alle decisioni, e potrebbero così contribuire a migliorare la sicurezza, anche salvando vite”. L’intelligenza artificiale più come occasione che come insidia nelle parole di Vincenzo Di Dio, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Palermo, che al Teatro Politeama di Palermo ha introdotto il meeting Datacrazia – Il professionista cyborg e la sfida della rivoluzione digitale: come competere con il “dottor Google”, organizzato insieme con gli Ordini di Commercialisti, Medici e Avvocati, per i quali sono intervenuti i rispettivi presidenti Fabrizio Escheri, Salvatore Amato e Francesco Greco.

Professionisti, ricercatori, sociologi, teologi, economisti e neuro-scienziati si sono confrontati sul rapporto tra essere umano e intelligenza artificiale, analizzandone le implicazioni e i possibili scenari futuri. Moderatore del dibattito il giornalista Maurizio Mannoni.

In apertura spazio per un divertente dialogo sul filo dell’umorismo tra il comico Roberto Lipari e il robot umanoide sociale e creativo Dottor Pepper, il cui software è stato sviluppato a Palermo dagli ingegneri del laboratorio di Robotica cognitiva e social sensing dell’Icar-CNR. I ricercatori del centro stanno già progettando per “lui” l’impiego nell’interazione con i bambini e nell’assistenza agli anziani.

Tra i temi al centro del dibattito, il rischio di una concorrenza tra uomo e macchine “pensanti” nel mondo del lavoro, anche intellettuale. E sebbene non manchino le prime stime, come quella della società Deloitte ricordata dal direttore dell’Icar-CNR Giuseppe De Pietro, secondo la quale entro il 2036 negli Usa saranno almeno 100mila gli studi legali automatizzati, il presidente degli Ingegneri di Palermo pone l’accento sulle prospettive di crescita: “Ciò che ci viene messo a disposizione dall’evoluzione tecnologica non deve farci paura – ha sottolineato ancora Vincenzo Di Dio – perché il professionista è imprenditore di se stesso e deve sapere cogliere le novità e adattarsi. Ciò vale a maggior ragione per noi ingegneri, visto che come gli altri professionisti siamo potenzialmente in competizione con il dottor Google ma, al tempo stesso, della nostra categoria fanno parte i ricercatori che portano avanti lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il mio auspicio è che lo sviluppo delle tecnologie avanzate non vada a discapito di quelle di base, perché solo se queste ultime sono garantite quelle avanzate risultano funzionali”.

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