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Torrente in piena, 10 morti

(Afp)
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21 agosto 2018 | 07.01
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Sono stati trovati sani e salvi i tre giovani dati inizialmente per dispersi nella tragedia avvenuta ieri nelle gole del torrente Raganello a Civita di Castrovillari, in provincia di Cosenza, dove due gruppi di escursionisti sono stati travolti da un fiume di fango mentre facevano canyoning. Si tratta di pugliesi di 21, 22 e 23 anni, che erano stati inseriti nella lista delle persone disperse ma che in realtà non avevano mai raggiunto le Gole del Raganello.

''Abbiamo complessivamente 44 persone coinvolte, 23 sono state salvate per opera dei vigili del fuoco in particolare, e devo ringraziarli fino in fondo, senza riportare ferite significative, 11 sono feriti e quindi ricoverati e 10 ci hanno lasciato'' ha spiegato a SkyTg24 il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, facendo un bilancio delle persone coinvolte.

Tra i feriti anche una "bimba grave, ricoverata a Roma, e la sorella ricoverata a Cosenza: hanno perso entrambi i genitori" ha detto all'Adnkronos Luigi D'Angelo, direttore operativo dell'Ufficio Emergenze del Dipartimento della Protezione civile. "Un centinaio di operatori, tra tecnici esperti del soccorso alpino, vigili del fuoco e guardia di finanza, sono stati in campo" per la tragedia del Pollino, in particolare "esperti per i soccorsi di carattere speleo alpino fluviale, in gole con acqua e torrenti", ha aggiunto D'Angelo.

ALLERTA GIALLA - Sulla prevedibilità o meno di quanto avvenuto, D'Angelo ha ricordato che "la zona era attenzionata con un bollettino di criticità gialla, diramato ieri e nel giorno precedente per temporali e rischio idraulico". La presenza o meno di guide esperte e autorizzate ad accompagnare le persone coinvolte nella piena di ieri, "sarà oggetto di un fascicolo amministrativo che il ministro Costa ha chiesto alla prefettura per approfondire questi aspetti".

LA GUIDA: "QUEL PERCORSO E' PERICOLOSO"

APERTO FASCICOLO - La procura di Castrovillari ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti. I reati ipotizzati sono omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d'atti d'ufficio. "L'inchiesta avviata dalla procura di Castrovillari potrebbe sollevare scenari inquietanti" ha detto all'Adnkronos il senatore calabrese del M5S Nicola Morra, che imputa all'"assenza di sicurezza" le cause della sciagura. "Credo sia dovere dell'ente parco vigilare sulla sicurezza di chi, avendo fatto ingresso, può andare incontro a pericoli che non siano adeguatamente segnalati" ha sottolineato Morra.

LE VITTIME - Sono stati ufficializzati in serata, alla prefettura di Cosenza, i nomi delle dieci vittime. Si tratta di Antonio De Rasis, dell'86, nato a Trebisacce e residente a Cerchiara di Calabria; Gianfranco Fumarola, nato a Martina Franca nel '75; Antonio Santopaolo, nato a Napoli nel '74, e la moglie Carmela Tammaro, nata a Napoli nel '77 e residente a Qualiano; Maria Immacolata Marrazzo, nata a Torre del Greco nel '75 e residente a Ercolano; Carlo Maurici, nato a Roma nell'83 e residente nella Capitale; Valentina Venditti, dell'84, nata e residente a Roma; Paola Romagnoli, nata a Bergamo nel '63; Miriam Mezzolla, nata a Taranto nel '91, e Claudia Giampietro, nata a Conversano nell'87.

Maria Immacolata Marrazzo, avvocato, era in vacanza con la sua famiglia, marito e due figli, tutti rimasti coinvolti nella piena. I due bambini sono in buone condizioni, mentre il marito, Giovanni Sarnataro, anch'egli avvocato, è ricoverato in ospedale per delle fratture ma non è in pericolo di vita.

Antonio De Rasis era guida e volontario della protezione civile. Il giovane calabrese fu tra i soccorritori intervenuti dopo la valanga all'hotel Rigopiano. "Era un ragazzo giovanissimo, attivo nell'ambito dell'associazionismo e del volontariato, era un escursionista - ha sottolineato all'Adnkronos il sindaco di Cerchiara di Calabria, Antonio Carlomagno, ricordando l'impegno del giovane nella preservazione dei beni ambientali del parco - Tutta Cerchiara è stretta al dolore della famiglia De Rasis. Siamo straziati per questa immane tragedia". Nel giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino.

Gianfranco Fumarola, 43 anni, era agente penitenziario in servizio nel carcere di Taranto. L'uomo si trovava in vacanza in quella zona insieme alla moglie, di origini calabresi, e ai loro tre figli, di 12, 11 e 4 anni. All'escursione erano presenti, oltre alla vittima, anche i due bambini più grandi. Il più piccolo era rimasto con la madre lontano dalla zona della tragedia. "Sto verificando ma dalle prime notizie sembra che il padre si sia adoperato per mettere in salvo i figli prima di avere la peggio" ha riferito all'Adnkronos Luca Convertini, sindaco di Cisternino, in provincia di Brindisi, dove Fumarola era nato e risiedeva. I due bambini sarebbero stati messi in salvo dal padre e poi sarebbero stati trovati dai soccorritori afferrati alle rocce e ai rami degli alberi. Fumarola è morto in ospedale.

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