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"In Italia migliaia di ponti troppo vecchi"

Il ponte Morandi (Afp)
Il ponte Morandi (Afp)
14 agosto 2018 | 19.19
LETTURA: 3 minuti

Sono ''decine di migliaia'' i ponti che in Italia hanno superato la durata di vita per la quale sono stati progettati e costruiti. E' l'allarme, lanciato dal direttore dell'Istituto di tecnologia delle costruzioni del Consiglio nazionale delle ricerche Cnc-Itc, Antonio Occhiuzzi. ''In moltissimi casi, i costi prevedibili per la manutenzione straordinaria che sarebbe necessaria a questi ponti superano quelli associabili alla demolizione e ricostruzione''. Quelli ricostruiti, inoltre, ''sarebbero dimensionati per i carichi dei veicoli attuali, molto maggiori di quelli presenti sulla rete stradale italiana nella metà del secolo scorso''. ''Il problema ha dimensioni grandissime'', secondo Occhiuzzi.

Il costo di un ponte è pari a circa 2.000 euro/mq; pertanto, ipotizzando una dimensione 'media' di 800 mq e un numero di ponti pari a 10.000, le cifre necessarie per l’ammodernamento dei ponti stradali in Italia sarebbero espresse in decine di miliardi di euro. ''Per evitare tragedie come quella accaduta stamattina -osserva il direttore- sarebbe indispensabile una sorta di 'piano Marshall' per le infrastrutture stradali italiane''.

Vanno sostituiti ''gran parte dei ponti italiani con nuove opere caratterizzate da una vita utile di 100 anni'', spiega Occhiuzzi. ''Così come avvenuto negli anni '50 e '60, d’altra parte, le ripercussioni positive sull’economia nazionale, ma anche quelle sull’indebitamento, sarebbero significative''.

Il crollo del ponte Morandi è solo l'ultimo di una serie di eventi che negli ultimi quattro anni si sta ripetendo con una ''preoccupante regolarità''. Prima ci sono stati il viadotto di Petrulla, il cavalcavia ad Annone, il sovrappasso dell'autostrada adriatica e la tangenziale di Fossato. Dal 2014 a oggi sono 5 le opere che hanno ceduto, in diverse parti del Paese. L'elemento in comune ''è l'età (media) delle opere. Gran parte dei ponti ha superato i 50 anni di età, che corrispondono alla vita utile'' delle opere realizzate con le tecnologie disponibili nel secondo dopoguerra (anni ’50 e ’60).

L'elenco fatto dal Occhiuzzi inizia nel luglio del 2014 quando è crollata una campata del viadotto Petrulla, sulla strada statale 626 tra Ravanusa e Licata (Agrigento), ''spezzandosi a metà per effetto della crisi del sistema di precompressione''. Nell'ottobre 2016 è crollato un cavalcavia ad Annone (Lecco), ''per effetto di un carico eccezionale incompatibile con la resistenza della struttura, che però è risultata molto invecchiata rispetto all’originaria capacità''.

Nel marzo 2017 è crollato un sovrappasso dell’autostrada adriatica, ma ''per effetto di un evento accidentale durante i lavori di manutenzione''. Nell’aprile 2017 è crollata una campata della tangenziale di Fossano (Cuneo), ''spezzandosi a metà in assenza di veicoli in transito e con modalità molto simili a quelle del viadotto Petrulla''. Oggi è crollata una parte del viadotto Morandi, che ''probabilmente comporterà la demolizione completa e la sostituzione dell’opera'', afferma Occhiuzzi.

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