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Legge Mancino, Conte stoppa Fontana

(Fotogramma)
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03 agosto 2018 | 12.10
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Bufera sulle parole di Fontana sulla legge Mancino e intervento del premier Conte e di Di Maio, che lo stoppano. Poi, in serata, la frenata del ministro della Famiglia: "Una riflessione, nonostante questo non sia una priorità del governo, va fatta" afferma Fontana in un videomessaggio su Facebook.

E proprio sul social, qualche ora prima, era arrivato il post con cui il ministro proponeva di abrogare la legge "che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano". Proposta che ha scatenato l'ira delle opposizioni, con Pd e Leu che chiedono la convocazione urgente di Matteo Salvini in Parlamento.

Intanto, però, proprio Salvini, interpellato dall'AdnKronos, dice di essere favorevole alla proposta. Mentre frenano Conte e Di Maio, che sottolineano: "Non è nel contratto". E in serata la frenata di Fontana, che parla di una riflessione ma non di priorità. "Perché c'è il rischio - afferma il ministro - che diventi non un vero strumento per combattere il razzismo ma uno strumento per fare propaganda politica e far zittire gli avversari politici".

"Nei giorni scorsi abbiamo visto una vera e propria propaganda ideologica che ha tentato di far passare per razzismo ciò che razzismo non era. E' evidente - aggiunge Fontana - che ormai ci sono certi politici, giornalisti, un certo mainstream che non vuole veramente combattere il razzismo ma vuole semplicemente usare e strumentalizzare il razzismo come arma politica". E "viene da chiedersi quindi se certi strumenti legislativi che ci sono non siano al servizio o non possano diventare al servizio di questa propaganda ideologica".

IL POST - Nel post precedente, invece, Fontana aveva scritto: "I burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il loro grande inganno è stato svelato". Il riferimento del ministro è ai fatti degli ultimi giorni che, secondo lui, "rendono sempre più chiaro come il razzismo sia diventato l'arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano, accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l'intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico".

Mentre "un popolo che non la pensa tutto alla stessa maniera e che è consapevole e cosciente della propria identità e della propria storia fa paura ai globalisti, perché non è strumentalizzabile". Da qui, la proposta di Fontana di abrogare la legge Mancino, a suo avviso "sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano".

CONTE - Ma l'abrogazione di questa legge "non è prevista nel contratto di governo e non è mai stata oggetto di alcuna discussione o confronto tra i membri del Governo" precisa via Facebook il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, commentando le parole del ministro Fontana.

IRA PD - Intanto i gruppi del Pd e di Leu alla Camera hanno chiesto la convocazione urgente del ministro dell'Interno Matteo Salvini in Parlamento. "E' necessario - ha dichiarato Emanuele Fiano a nome del Pd - che sia Matteo Salvini a riferire", giacché "la legge Mancino afferisce ai compiti propri del ministro dell'Interno. Vorremmo sapere in sostanza se è un proponimento personale del ministro della Famiglia o se il governo abbia effettivamente intenzione abrogare un testo così significativo e necessario. Consideriamo gravissima la presa di posizione del ministro della Famiglia, dato che in Europa, tutti i Paesi, hanno una legge analoga per combattere razzismo, fascismo e discriminazione".

LEU - Nell'associarsi alla richiesta e nel definire di "gravità assoluta" le affermazioni del ministro Fontana, il capogruppo di Leu Federico Fornaro ha ricordato che il proposito di abolire la legge Mancino "è l'ultima cosa da fare in questo momento. Auspichiamo che quella di Fontana sia una posizione personale e non un atto che il governo si appresta a fare".

MANTERO (M5S) - "Mi sembra che il ministro Fontana si stia occupando un po' di tutto tranne che di disabilità. Sarebbe opportuno che si ricordasse delle sue competenze e dei suoi doveri, anche perché i disabili hanno problemi seri. Fontana si occupi di loro invece di sparare cazzate in giro" dice all'AdnKronos il senatore del M5S Matteo Mantero.

MELONI - Mentre "Fratelli d'Italia condivide la proposta del ministro Fontana" dichiara la presidente Giorgia Meloni. "Siamo sempre stati contrari ai reati di opinione perché riteniamo la libertà di espressione sacra e inviolabile. Abbiamo già proposto l'abrogazione di questa norma nella scorsa legislatura quando il Pd e la sinistra hanno tentato di approvare in Parlamento la folle proposta di legge Fiano: siamo pronti a rifarlo oggi".

UCEI: "PAROLE CHE OFFENDONO" - Il presidente dell'Ucei, l'unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, chiede "al presidente del Consiglio Conte se la proposta di abrogazione della legge Mancino lanciata dal ministro Fontana, ministro per la Famiglia e le disabilità, corrisponde a un progetto del governo italiano che dirige". Perché "sono parole che offendono profondamente quanto si è inteso difendere a seguito di gravissimi episodi neonazisti e neofascisti e di grave recrudescenza negli anni Ottanta e peraltro ribaditi dalla decisione comunitaria che focalizza i medesimi atti di odio, approvata anche dal nostro Paese".

ANPI - Infine, la presidente nazionale dell'Anpi, Carla Nespolo, chiede "con forza le immediate dimissioni del ministro Fontana: le sue dichiarazioni violano gravemente la Costituzione della Repubblica".

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