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Far West Italia

(Fotogramma)
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30 luglio 2018 | 14.46
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La dinamica è sempre la stessa. Vengono colpiti da piombini sparati da auto in corsa o dal balcone di casa. Oppure sono insultati e picchiati. Spesso presi a calci e pugni. Vittime delle aggressioni migranti di varie età e nazionalità, con storie diverse ma purtroppo accomunati da gravi episodi di violenza. Un clima intimidatorio su cui è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, preoccupato dalla "barbarie" che sembra dilagare nel Paese. "L'Italia non può assomigliare a un Far West", ha lamentato il Capo dello Stato, invitando i cittadini ad essere responsabili e a collaborare per il bene comune.

Matteo Salvini, invece, nega che in Italia ci sia un allarme razzismo. "Non diciamo sciocchezze" ha tuonato il vicepremier riferendosi a chi parla di un'emergenza in Italia. Anche nei giorni scorsi il titolare del Viminale aveva bollato l'allarme razzismo come "un'invenzione della sinistra". "Gli italiani sono persone perbene ma la loro pazienza è quasi finita" aveva detto Salvini, sostenendo che "aggredire e picchiare è un reato, a prescindere dal colore della pelle di chi lo compie, e come tale va punito. Ma accusare di razzismo tutti gli italiani e il governo in seguito ad alcuni limitati episodi è una follia".

Intanto si moltiplicano nel Paese i casi di agguati e aggressioni nei confronti di migranti. L'ultimo episodio si è verificato la notte scorsa, quando a Moncalieri è stata aggredita la campionessa italiana under 23 di lancio del disco, Daisy Osakue. La 22enne, nata in Italia da genitori nigeriani, è stata colpita al volto da uova lanciate da un'auto in corsa mentre stava attraversando la strada da sola. Il caso della giovane atleta è solo l'ultimo di una lunga serie di episodi di violenza ai danni di migranti avvenuti nel corso dell'estate.

A partire da quello avvenuto l'11 giugno scorso a Caserta, quando colpi di pistola ad aria compressa sono stati esplosi contro due giovani originari del Mali al grido "Salvini, Salvini". Uno dei due migranti, ospiti di una struttura Sprar del Comune, è stato ferito all'addome. L'altro colpo esploso nella loro direzione è invece caduto nel vuoto. A sparare tre giovani italiani a bordo di un'auto in corsa.

E ancora, il 20 giugno a Napoli lo chef 22enne Konate Bouyagui, originario del Mali ma residente in Italia con regolare permesso di soggiorno, mentre tornava a casa è stato ferito all'addome da un piombino sparato da due ragazzi a bordo di una macchina. L'auto fugge nella notte. Bouyagui rimane a terra qualche istante prima di essere soccorso e portato in ospedale in forte stato di shock.

Il 17 luglio, invece, una bimba romena di un anno, residente nel campo nomadi di via di Salone, a Roma, è stata ferita alla schiena da un piombino, sparato da una pistola ad aria compressa. A sparare, dal balcone della sua abitazione, un pensionato di 59 anni, ex dipendente del Senato. Denunciato per lesioni personali aggravate dall'uso delle armi, l'uoma si è difeso sostenendo di aver sparato accidentalmente.

Un altro episodio si è verificato invece il 26 luglio, quando un operaio immigrato di 33 anni, originario di Capo Verde, è stato ferito da un piombino alla schiena mentre stava lavorando su una pedana mobile a sette metri di altezza a Cassola (Vi). A sparare, con un fucile ad aria compressa, secondo le indagini dei carabinieri, sarebbe stato un 40enne che abita in un condominio nei pressi del luogo del ferimento.

Il 28 luglio, infine, un 19enne senegalese è stato picchiato a Partinico, nel palermitano, al grido di "vattene sporco negro". Il giovane, che vive in una comunità, serviva ai tavoli di un bar quando sarebbe stato insultato e poi aggredito da un gruppo di abitanti del posto. Per l'aggressione i carabinieri hanno denunciato un uomo di 34 anni per lesioni con l'aggravante dell'odio razziale.

E' ancora tutta da chiarire, invece, la dinamica dell'episodio avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 luglio ad Aprilia, in provincia di Latina, dove un marocchino è morto dopo che due italiani di 40 anni l'hanno inseguito in auto e affrontato perché l'avrebbero scambiato per un ladro. I due sono stati denunciati in stato di libertà per omicidio preterintenzionale.

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