"La differenza fra chi l'onestà la urla e chi la applica". Pierfrancesco Maran eroe social per un giorno. A ventiquattr'ore dagli arresti in seguito all'inchiesta sullo Stadio della Roma e dalla pubblicazione delle intercettazioni che ne hanno rivelato il netto rifiuto a un tentativo di corruzione, l'assessore Pd all'Urbanistica di Milano per le giunte Pisapia e Sala diventa il simbolo della lotta alla corruzione nella pubblica amministrazione.
Celebrato su Twitter e Facebook, Maran viene definito di volta in volta "eroe", "esempio di politica con la P maiuscola", "una mosca bianca che restituisce orgoglio agli italiani", simbolo di quell'onestà che "esiste anche se non viene sbandierata in campagna elettorale".
"No. Non sono tutti uguali i politici", scrivono, ringraziando il dem per quel "gesto di onestà politica e intellettuale" che racconta di come "fra falsi proclami e autoinvestiture a puri fra i puri, forse tutto non è ancora perduto". Un gesto "dal quale si deve ripartire" per "salvare l'Italia da populismo e benaltrismo", dalla "politica urlata che si fa bella in pubblico per poi fare schifo nel privato", per tornare, insomma, alla normalità, "quando i ladri rubavano e gli onesti, semplicemente, non lo facevano".
E nel fiume di complimenti social trova spazio anche una singolare analogia, che ieri ha unito in qualche modo il mondo della politica e quello del calcio: "Lo stupore per l'onestà dell'assessore di Milano Maran e quello per il no di Allegri al Real dopo una stretta di mano con Agnelli. È la normalità - scrivono-, ma stupisce chi, come noi, è abituato al peggio".