Si è svolta questa mattina a Roma la cerimonia per i 50 anni della Federazione Italiana Cuochi. Circa 600 cuochi hanno sfilato lungo i Fori Imperiali per poi arrivare in Campidoglio dove, alla presenza delle istituzioni, si è svolta una cerimonia di premiazione che ha visto protagonisti gli chef che hanno reso celebre la cucina italiana nel mondo.
"Questa mattina tra i 500 e i 600 cuochi sono arrivati al Colosseo da tutta Italia con le delegazioni di tutto il mondo - ha detto all'Adnkronos Alessandro Circiello, volto tv e dirigente Federcuochi - Abbiamo sfilato per i Fori Imperiali e siamo arrivati al Museo del Vittoriano e, dopo una foto con le istituzioni, siamo arrivati in Campidoglio per la premiazione dei cuochi che hanno fatto la storia nel mondo".
"La cucina negli ultimi 50 anni è cambiata radicalmente - ha spiegato Circiello - basti pensare ai piatti di tradizione, in passato pesanti e abbondanti, e ai nuovi percorsi, come la nouvelle cuisine, la cucina minimalista o le frontiere della cucina molecolare. In questi ultimi anni ritorniamo al passato - ha proseguito - si ritorna un po' alla cucina di 30-40 anni fa con i piatti di tradizione, che vincono perché in Italia oltre che per vedere i musei e i tesori architettonici e culturali i turisti vengono per il cibo. E noi cuochi abbiamo il dovere di proporre i piatti giusti e preservare la salubrità del piatto".
Circiello ha ricordato che "in questi ultimi anni è cambiata anche la figura del cuoco: 20 anni fa era nascosto nelle cucine", oggi "siamo cambiati radicalmente, diventando una figura professionale come avveniva già tanti anni fa in altri Paesi europei". Quanto al segreto del successo della cucina italiana nel mondo, Circiello ricorda che "nei principali alberghi cinque stelle nel mondo il primo chef e il primo maitre sono italiani, questo vuol dire che il mondo ci invidia la tecnica, lo stile, l'eleganza e l'eccellenza dei nostri prodotti, infatti il nostro agroalimentare nel resto del mondo viene pagato a peso d'oro. Spesso in Italia però ci dimentichiamo tutto questo e trascuriamo i nostri piatti di tradizione, che sono la storia della nostra cultura enogastronomica".
"Questo è l'anno del cibo italiano indetto dei Ministeri dell'Agricoltura e dei Beni culturali - aggiunge Circiello - Le istituzioni, in questi ultimi anni, anche dopo Expo 2015, si sono rese conto che l'agroalimentare, la cucina e i prodotti fanno sistema e stanno capendo che la figura professionale del cuoco può essere un ambasciatore della divulgazione dei prodotti e dell'agroalimentare italiani nel resto del mondo".
"Cinquanta anni di Federazione Italiana Cuochi raccontano la storia non solo della nostra associazione ma della cucina italiana - sottolinea Rocco Pozzullo, presidente di Federcuochi - Un grande impegno con cui i cuochi hanno reso grande la valorizzazione delle nostre tipicità, quelle nazionali e della cucina regionale che tutti amiamo, soprattutto i turisti che vengono in Italia. Nell’anno del cibo italiano, in un momento epico per la cucina italiana grazie alla grande visibilità dei media - ha aggiunto - i cuochi quotidianamente sono protagonisti nel promuovere il buono e il bello del nostro Paese". (VIDEO)