Si chiama Luca Traini. Ha 28 anni ed è originario delle Marche. E' l'uomo che ha sparato all'impazzata dalla sua auto per le strade di Macerata, ferendo 6 immigrati. Quando è sceso, si è avvolto in una bandiera tricolore e ha gridato 'Viva l'Italia', per poi girarsi di fronte al monumento dei Caduti e fare il saluto fascista. Nella sua auto è stata trovata una pistola e una tuta mimetica. Candidato con la Lega Nord l'anno scorso alle comunali di Corridonia, non era stato eletto e pare non avesse ricevuto neanche un voto. Frequentava anche gli ambienti di estrema destra. Fino all'ottobre dell'anno scorso andava alla palestra Robbys di Macerata e Tolentino, ma poi è stato cacciato appunto per quello che diceva e perché faceva spesso il saluto romano.
Cresciuto dalla nonna, con la madre malata, gli amici raccontano fosse seguito da un medico che lo aveva definito borderline. La fidanzata lo aveva lasciato proprio l'anno scorso. Corridonia, cittadina di 15mila abitanti, è la stessa, dove si trova la comunità di recupero 'Pars', da cui è scomparsa Pamela Mastropietro, poi, ritrovata cadavere in due trolley e per cui è stato fermato uno spacciatore nigeriano. "Non si conoscevano ", dice all'Adnkronos Marco Valerio Verni, zio di Pamela e avvocato della famiglia della ragazza. "La famiglia di Pamela, appena ha appreso la notizia, ha preso le distanze dal fatto. Nonostante l'amarezza e il dolore che naturalmente stanno pervadendo l'animo di tutti, non sono questi i modi per reagire".