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Mafia, pizzo e voti in cambio di caffè: arrestati in 56

Mafia, pizzo e voti in cambio di caffè: arrestati in 56
22 gennaio 2018 | 07.25
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Maxioperazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento che hanno eseguito 56 ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti "dei vertici dei mandamenti e delle famiglie mafiose di Cosa Nostra agrigentina". In manette anche il sindaco di San Biagio Platani, Santino Sabella, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L'imponente blitz, ordinato nella notte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con il nome in codice "Montagna", è stato eseguito da 400 militari, supportati da un elicottero, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia e da unità cinofile. Due gli indagati sfuggiti all'arresto perché all'estero. L'operazione ha di fatto disarticolato i mandamenti di Santa Elisabetta e Sciacca e sedici famiglie mafiose della provincia.

"Documentati stretti collegamenti con i vertici delle cosche di quasi tutta la Sicilia e con le 'ndrine calabresi - dicono gli inquirenti -. Accertate anche estorsioni ai danni di 27 aziende ed un fiorente traffico di droga: "Il pizzo - spiegano i Carabinieri - veniva preteso anche dalle cooperative per la gestione degli immigrati richiedenti asilo". Sequestrate sette società.

Dall'operazione 'Montagna' emerge anche "il manuale del buon mafioso o del buon estorsore". A dirlo è il Procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi: "C'è un mafioso che riesce a definirsi il 'fiore all'occhiello' della mafia siciliana - dice Lo Voi - criticando addirittura il venir meno nella provincia palermitana di personaggi affidabili".

I boss mafiosi dell'agrigentino avrebbero inoltre raccolto voti per una candidata alle amministrative a Cammarata del maggio 2015 in cambio di favori per una fornitura di caffè. In particolare, secondo il gip del Tribunale, che ha firmato l'ordinanza, due degli arrestati, Calogerino Giambrone e Pietro Stefano Reina, avrebbero concluso un accordo per raccogliere voti per la moglie di Reina, Giovanna Bonaccolta, candidata a Cammarata.

Per il gip, Reina avrebbe ottenuto da Giambrone, esponente della famiglia mafiosa di Cammarata e San Giovanni Gemini, "la promessa di procurare voti per la stessa Bonaccolta, in cambio della promessa di erogazione di altra utilità", e "segnatamente - dice il gip - della intermediazione nella stipula di un contratto di fornitura caffè da parte di Vincenzo Bonaccolta, fratello della candidata, titolare dell’area di servizio Motel San Pietro, in favore di Vincenzo Mangiapane, cognato di Giambrone" e "comunque della promessa di altre utilità dopo la avvenuta elezione della moglie".

IL SINDACO - Santo Sabella, detto Santino, il sindaco di San Biagio Platani (Agrigento) arrestato all'alba di oggi, è accusato di avere concordato nel 2014 con alcuni esponenti di Cosa nostra del suo paese, "le candidature da presentare sia nella lista a sostegno di Sabella in occasione delle elezioni comunali di San Biagio Platani del maggio 2014, che in quelle allo stesso contrapposte", dicono gli inquirenti.

Non solo. "In occasione delle consultazioni amministrative comunali di San Biagio Platani del mese di maggio 2014, sia quale candidato che una volta eletto Sindaco" Sabella avrebbe raggiunto accordi con i capi mafia del territorio "garantendo loro agevolazioni nella gestione degli appalti pubblici banditi dal Comune, come nel caso dei lavori aggiudicati alla Comil di Favara". Lo stesso sindaco è anche accusato di avere "messo in guardia Giuseppe Nugara, reggente di San Biagio Platani, dai controlli presenti in paese anche tramite un sistema di telecamere ed averlo invitato a non intrattenere rapporti con un carabiniere in servizio presso la Stazione di San Biagio Platani (dicendogli espressamente "no devi stare attento . . tutti i bastardi che stanno d'avanti alle telecamere inc... minchia puntano telecamere"; è pericoloso . . che devi stare attento a parlarci").

Infine, il sindaco avrebbe anche "esercitato indebite pressioni nei confronti delle imprese esecutrici dei lavori appaltati dal Comune e,in occasione della 'Festa degli Archi di Pane', autorizzato la ditta di Filippo Cipolla ad iniziare i lavori ancor prima dell’avvenuta aggiudicazione della gara in favore della ditta LVF srl, che, peraltro, successivamente stipulava con il medesimo Cipolla un contratto di nolo a freddo di attrezzature".

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