Sono stati rinviati a giudizio per la morte di Martina Rossi, avvenuta nell'estate di sei anni fa durante una vacanza in Spagna, i due giovani aretini Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, rispettivamente di 25 e 26 anni, entrambi residenti a Castiglion Fibocchi (Arezzo).
Dovranno rispondere del reato di morte in conseguenza di tentata violenza sessuale: il processo inizierà davanti al Tribunale di Arezzo il 13 febbraio 2018.
Il Gup Pirergiorgio Ponticelli ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del procuratore capo Roberto Rossi e dei legali di parte civile; l'ordinanza è stata emessa nel tardo pomeriggio al termine della Camera di consiglio.
L'ACCUSA - Per l'accusa la ventenne di Genova cadde dal balcone del sesto piano dell'hotel Sant'Ana di Palma di Maiorca il 3 agosto 2011 nel tentativo di sfuggire allo stupro da parte dei due giovani indagati. L'udienza è iniziata alle 13 con le repliche degli avvocati difensori Stefano Buricchi, legale di Vanneschi, e Tiberio Baroni, per Albertoni.
LA DIFESA - Per le difese dei due giovani di Castiglion Fibocchi la morte di Martina Rossi era stata un suicidio e per questo avevano chiesto l'archiviazione.
LA DINAMICA - Opposta la tesi del procuratore Roberto Rossi e dei legali di parte civile, gli avvocati Stefano Savi e Luca Fanfani, che nei loro interventi, martedì scorso, hanno sostenuto che Martina morì mentre cercava di scavalcare da un balcone all'altro per sfuggire alle moleste attenzioni di Alessandro e Luca.
IL BALCONE - Secondo il procuratore di Arezzo, la ventenne genovese, proprio mentre scavalcava il balcone per fuggire, perse la presa sulla ringhiera e precipitò con un urlo che in tanti dentro l'hotel Santa Ana di Cala Mayor avrebbero sentito.
I GENITORI - Al termine dell'udienza i genitori di Martina Rossi, che erano presenti, sono apparsi soddisfatti del rinvio a giudizio, in quanto hanno sempre chiesto un processo. Bruno Rossi, padre della giovane genovese, ha sempre ripetuto che "mai e poi mai" la figlia si sarebbe suicidata.