Stop a quanti "fomentano la paura nei confronti dei migranti, magari a fini politici", è in gioco la "dignità umana che si deve riconoscere a tutti in quanto figli e figlie di Dio". E' il monito del Papa nel messaggio per la 51esima Giornata mondiale della pace che si celebrerà il 1 gennaio 2018, presentato oggi in Vaticano.
"In molti Paesi di destinazione - scrive il Pontefice - si è largamente diffusa una retorica che enfatizza i rischi per la sicurezza nazionale o l’onere dell’accoglienza dei nuovi arrivati, disprezzando così la dignità umana che si deve riconoscere a tutti, in quanto figli e figlie di Dio". Avverte il Papa che "quanti fomentano la paura nei confronti dei migranti, magari a fini politici, anziché costruire la pace, seminano violenza, discriminazione razziale e xenofobia, che sono fonte di grande preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore la tutela di ogni essere umano".
"Tutti gli elementi di cui dispone la comunità internazionale indicano che le migrazioni globali continueranno a segnare il nostro futuro. Alcuni le considerano una minaccia. Io, invece, - è l'esortazione del Papa - vi invito a guardarle con uno sguardo carico di fiducia, come opportunità per costruire un futuro di pace".
Ricorda ancora Bergoglio che " in vista del Grande Giubileo per i 2000 anni dall’annuncio di pace degli angeli a Betlemme, San Giovanni Paolo II annoverò il crescente numero di profughi tra le conseguenze di 'una interminabile e orrenda sequela di guerre, di conflitti, di genocidi, di 'pulizie etniche'', che avevano segnato il XX secolo. Quello nuovo non ha finora registrato una vera svolta: i conflitti armati e le altre forme di violenza organizzata continuano a provocare spostamenti di popolazione all’interno dei confini nazionali e oltre".
Ma le persone, osserva il Papa, "migrano anche per altre ragioni, prima fra tutte il 'desiderio di una vita migliore, unito molte volte alla ricerca di lasciarsi alle spalle la 'disperazione' di un futuro impossibile da costruire'. Si parte per ricongiungersi alla propria famiglia, per trovare opportunità di lavoro o di istruzione: chi non può godere di questi diritti, non vive in pace. Inoltre, come ho sottolineato nell’Enciclica Laudato si’, 'è tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale'. La maggioranza migra seguendo un percorso regolare, mentre alcuni prendono altre strade, soprattutto a causa della disperazione, quando la patria non offre loro sicurezza né opportunità, e ogni via legale pare impraticabile, bloccata o troppo lenta".