Roberto Spada è stato fermato dai carabinieri in esecuzione di un decreto di fermo del pm della Procura della Repubblica di Roma.
A Spada, fermato mentre si trovava nella sua abitazione in seguito all'aggressione alla troupe televisiva del programma Rai ‘Nemo’, sono contestati i reati di lesioni aggravate e violenza privata con l'aggravante di aver agito in un contesto mafioso e per futili motivi.
Un'azione plateale messa in atto davanti a una decina di testimoni e davanti a una telecamera per cercare di affermarsi sul territorio. Un atteggiamento, secondo chi indaga, che rientra nel metodo mafioso contestato. Secondo quanto ricostruito in un primo momento avrebbe fatto entrare il giornalista nella palestra per poi spostarsi verso l'ingresso dove lo ha poi colpito con una testata aggredendo anche l'operatore che era con lui. Da qui le contestazioni di lesioni e violenza privata con le aggravanti del metodo mafioso e dei futili motivi.
Gli investigatori nel frattempo sono al lavoro per identificare un complice, un 'guardaspalle' presente al momento dell'aggressione. All'aggressione, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbero assistito una decina di testimoni che non sarebbero intervenuti in soccorso della troupe ma avrebbero anzi inveito contro. Domani i pm, Giovanni Musarò e Ilaria Calò, chiederanno al gip la convalida del fermo.
"Non provo nessuna gioia, nessuna soddisfazione. E' solo un uomo arrestato. Anzi c'è un filo di ipocrisia" per il fermo all'indomani dell'aggressione, "perché in piazza Gasparri ad Ostia si spaccano i nasi tutti i giorni". Così il giornalista Daniele Piervincenzi, aggredito da Spada a Ostia. Il giornalista dice di essere ora "in ripresa".
"Sono andato lì per fare delle domande banali: volevo capire perché in quel quartiere di Ostia, il più difficile, quello di piazza Gasparri, Casapound avesse preso il 18% dei voti. Un risultato incredibile. L'ho chiesto a Roberto Spada e inizialmente lui sembrava disponibile a un'intervista. L'aggressione è stata totalmente inaspettata", ricostruisce Piervincenzi nel corso de 'La vita in diretta'. E riferisce poi di non aver affatto spaventato il figlio di Spada: "Non l'ho incontrato, ho visto solo dei pugili in lontananza" non essendo entrato in palestra.
"Il vero coraggio in quei momenti è stato quello di Edoardo Anselmi, il film maker che ha riportato un trauma cranico per difendere la telecamera - sottolinea Piervincenzi - Ha preso tanti colpi al petto continuando a girare. Questo è il coraggio di chi crede in questo mestiere". "Non siamo stati aiutati non perché" le persone che erano lì "non volessero aiutarci, ma perché siamo stati aggrediti da persone note: hanno avuto paura", aggiunge Piervincenzi che ha il setto nasale rotto e una prognosi di 30 giorni. .
"La testata? Hai fatto bene Robè", tutti con Spada su Facebook
"Inizialmente volevamo raggiungere l'ospedale Grassi, poi non ce la siamo sentita. Ostia è un territorio difficile, è disomogeneo. E' un luogo particolare dove anime diverse convivono tra loro. Ci sono anime vere e l'intento del nostro servizio era proprio quello di raccontare l'Ostia vera", continua il reporter. Che non si aspettava, dice, "che a due passi da Roma ci fosse questa violenza, questo atteggiamento che ricorda vagamente la mafia". Federica Angeli, la giornalista sotto scorta per le sue inchieste su Mafia Capitale, "sono anni che è in prima linea, per noi più che un esempio, è un faro in questa zona grigia", dice infine Piervincenzi.