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Caso Weinstein

Donne che odiano le donne, gogna social per Asia Argento

Donne che odiano le donne, gogna social per Asia Argento
13 ottobre 2017 | 16.31
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"Stuprata nel senso che ci è andata a letto svariate volte senza ottenere una parte decente?". Non bastava essere una vittima. Per Asia Argento, che ha recentemente denunciato le molestie che avrebbe subito per anni dal produttore hollywoodiano Harvey Weinstein, è arrivata anche la gogna. E nel marasma dei commenti social che la accusano di volta in volta di opportunismo, di prostituzione, di sensazionalismo, a colpire duro incredibilmente sono soprattutto le donne. Man mano che si scorrono i commenti agli articoli dedicati al caso in questi giorni dai principali quotidiani, non è infatti difficile incappare - anzi, è impossibile non farlo - nei tanti insulti lanciati contro l'attrice: a scriverli sono mamme, nonne, ragazze, studentesse, tutte convinte della colpevolezza di Asia Argento, rea nel migliore dei casi per chi commenta di aver aspettato troppo a parlare o, nel peggiore, di essersi prostituita in cambio di un posto al sole di Hollywood.

Anche in questo caso (come già era accaduto per le due studentesse americane stuprate dai carabinieri a Firenze), nessuna empatia e nessuna parola di conforto dalla maggioranza, ma una valanga di improperi - talvolta penalmente rilevanti - per ribadire la tesi che in fondo, se non ci è andata con l'obiettivo di approfittare del grande potere e della forte influenza del produttore, sotto sotto se l'è comunque cercata.

Non c'è, ed è forse questo quello stupisce di più, la volontà di capire perché l'attrice abbia aspettato 20 anni prima di denunciare il suo presunto aguzzino: non una domanda sul possibile trauma, sull'elaborazione della violenza, sul senso di vergogna o di colpa che spesso assale le donne vittime di stupro. Magari lo stesso senso di colpa che donne non certo famose provano in casa, vittime silenziose per decenni di mariti violenti eppure ancora accanto a loro, per paura o per sudditanza psicologica. Niente di tutto questo. Il caso, per la giuria popolare di Facebook è ancora una volta risolto nel tempo di un click: "Asia Argento è solo una troia", "fa schifo", "è un'offesa per le donne" e "semplicemente poteva dire di no".

Eppure i giudizi cambiano radicalmente quando si tratta delle altre attrici coinvolte in uno degli scandali più gravi mai visti nella Mecca del cinema. Ashley Judd, Rose McGowan e le altre che hanno confermato lo scoop del New York Times sono infatti considerate "vittime coraggiose", donne che hanno trovato "la forza di denunciare e portare avanti una battaglia contro uno strapotente e le sue perversioni". Tutte, tranne Asia Argento. "Lei ha scelto la carriera", "ha bisogno di pubblicità", "fa la scenetta" ed è, dulcis in fundo, "peggio di lui".

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