di Laura Botti
Niente pandoro Melegatti per Natale. Dopo oltre un secolo di storia la celebre azienda dolciaria veronese rischia di saltare la produzione natalizia a causa di pesanti difficoltà finanziarie. "Siamo senza stipendio da due mesi, i fornitori non sono stati pagati e manca liquidità", racconta un dipendente Melegatti all'Adnkronos, "in questo momento non si può produrre ed entrambi gli stabilimenti sono fermi". Una fase d'impasse, dunque, scattata dopo diversi anni di criticità.
"Lavoro alla Melegatti da 14 anni e ho assistito ad un'escalation negativa specialmente negli ultimi 3 anni", spiega il lavoratore, "l'azienda si è esposta ai rischi soprattutto quando ha investito gli ultimi fondi nel nuovo stabilimento". Tanto che attualmente rischierebbero il posto oltre 300 persone fra dipendenti a tempo indeterminato e stagionali dei due impianti di San Giovanni Lupatoto e San Martino Buon Albergo.
Già a settembre i sindacati avevano manifestato "un'enorme preoccupazione" per le sorti dell'azienda attiva fin dal 1894 e da qualche anno alle prese con una "gestione deficitaria". Una gestione che non è riuscita a tamponare la crisi, nonostante le misure adottate e i sacrifici dei lavoratori. A partire da turni 7 su 7 senza preavviso, contratti non coperti da completa retribuzione e condizioni di sicurezza insufficienti.
"Quest'estate si è arrivati a lavorare 63 ore a settimana", confessa il dipendente, "con turni giornalieri da 12/13 ore pagati con maggiorazioni fino a luglio, da agosto in poi invece non siamo stati più retribuiti". "I turni lunghi - prosegue - sono dipesi anche dai problemi di affinamento del nuovo impianto di San Martino che ha attivato la produzione a fine aprile" creando non poche difficoltà sulla gestione aziendale.
Una situazione difficile che non accenna affatto a migliorare. Melegatti sarebbe in ritardo con la produzione di almeno un mese e mezzo rispetto alla concorrenza. Per la prima volta in 123 anni, quindi, il pandoro potrebbe non essere presente sulle nostre tavole, peggiorando ulteriormente la situazione economica dell'azienda, considerando che il 70% del suo fatturato deriva proprio dalla produzione natalizia.
Ma non è ancora detta l'ultima parola. La giunta comunale di San Giovanni Lupatoto, il Comune che ospita uno dei due impianti produttivi, tenterà di trovare una soluzione alla crisi insieme ai proprietari dell'azienda. "Il dolore più grande", confessa il lavoratore, "sarebbe perdere un marchio storico per incapacità gestionale". D'altronde, secondo il lavoratore, "la fortuna dell'azienda sono sempre stati i suoi dipendenti, che lavorano con impegno e devozione nonostante le mancanze dell'attuale consiglio di amministrazione".