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Concorsi truccati, dall'Anac nuove regole

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26 settembre 2017 | 15.53
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Rotazione degli incarichi professionali, criteri predefiniti di valutazione dei candidati e programmazione del reclutamento dei docenti. Sono queste alcune delle misure che secondo l'Autorità Nazionale Anticorruzione andrebbero introdotte nel sistema universitario italiano per garantire maggiori controlli e trasparenza nelle procedure accademiche. Una serie di suggerimenti da inserire in specifici codici etici che hanno "il fine di ridurre le condizioni che favoriscono la corruzione" nelle istituzioni italiane. Un fenomeno tornato ieri al centro dell'attenzione mediatica con l'esplosione dello scandalo dei concorsi truccati, per cui sono finiti agli arresti domiciliari 7 docenti universitari. Tanto che la Ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli ha annunciato che entro ottobre verrà messa a punto, proprio in collaborazione con l'Anac, una normativa per "affrontare in modo molto serio, rigoroso e trasparente ogni parte del funzionamento dell'università". Un sistema che, come emerge dal Piano Nazionale Anticorruzione (Qui il testo completo), attualmente presenta numerose criticità. Tra le numerose anomalie riscontrate la "frammentarietà" della normativa relativa al campo della ricerca, che rende "oltremodo incerto il novero dei soggetti finanziatori e il quadro dei finanziamenti pubblici esistenti", la "disomogeneità" delle procedure di adesione e delle modalità di presentazione e valutazione dei progetti, la presenza di conflitti di interesse e il "localismo nel reclutamento" dei docenti che, "oltre a compromettere gravemente l'imparzialità del sistema, equivale a chiusura dei singoli atenei, non solo a soggetti meritevoli di altre università italiane, ma anche ai soggetti provenienti da università straniere". E' proprio per superare questi punti critici che l'Anac suggerisce l'adozione di una serie di misure. Tra le principali raccomandazioni dell'Autorità una "maggiore omogeneità delle modalità procedimentali", la "rotazione degli incarichi" per contrastare potenziali conflitti di interesse, la definizione dei criteri e delle procedure di valutazione dei candidati ai concorsi e "un'adeguata programmazione dei reclutamenti" tenendo conto di parametri oggettivi e comuni a tutte le università.

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