Una pagina Facebook che insulta Napoli, prende di mira i suoi abitanti e offende la memoria delle vittime della Terra dei fuochi o di tragiche vicende come Tiziana Cantone, morta suicida un anno fa dopo la diffusione on line di un suo video hard. 'Aboliamo il piagnisteo napoletano' - rimossa qualche ora fa dal social network di Zuckerberg - è finita al centro dell'attenzione per la querela presentata dall'avvocato Angelo Pisani, anche a nome di Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito - il tifoso ucciso nel 2014 da un ex ultrà della Roma - ennesimo bersaglio degli haters. A riferirlo è proprio l'associazione creata in suo onore, 'Ciro Vive', che in un lungo post su Facebook spiega le principali ragioni del ricorso all'Autorità giudiziaria. Diffamazione, furto d'identità digitale, offese all'onore e alla memoria dei defunti sono solo alcuni dei capi di accusa che potrebbero ricadere sui responsabili della pagina anti-napoletani. Ma non solo, parte della responsabilità degli "schizzi di velenoso fango" potrebbe ricadere anche su Facebook "che non oscura e non recepisce immediatamente le segnalazioni assumendosene la responsabilità". "Non esiste solo l'intento di identificare e punire i colpevoli facendo cessare questa barbarie - osserva Pisani - ma anche accertare la responsabilità dei social che non intervengono a tutela delle vittime perché specie negli ultimi giorni il clima tende ad arroventarsi e le minacce potrebbero passare dal web alle vie di fatto. Per questo - conclude il legale - chiediamo che intervenga anche la Questura attraverso forme di accertamento e tutela adeguate e tempestive".