A un anno di distanza dal terremoto che colpì il Centro Italia Arquata del Tronto torna al centro dell'attenzione pubblica per uno scambio di accuse fra la vicepresidente della Regione Marche Anna Casini e due signore del piccolo comune distrutto dal sisma del 24 agosto 2016. All'origine della querelle un presunto colloquio avvenuto lo scorso 1° agosto a margine di una seduta del Consiglio regionale - dedicata alla discussione della legge 156 sulle procedure burocratiche necessarie alla ricostruzione - durante il quale l'esponente Pd avrebbe ordinato di allontanare le due donne usando toni non proprio cordiali.
Ad accusare la vicepresidente è il comitato per la ricostruzione 'Con Arquata, per Arquata' che, in un lungo post condiviso su Facebook, fornisce la "cronaca dei fatti" di quel giorno. Secondo il Comitato, la vicepresidente si sarebbe avvicinata alle due signore nei corridoi della Regione iniziando così un vivace scambio di battute. "Maria Luisa - si legge nel post - con tono pacato e sorridendo, ha detto testualmente: 'Sono nata, cresciuta e pasciuta nel principato di Arquata, quello che voi avete un po' dimenticato'. La vicepresidente ha detto: 'Sì, a lei la conosco. E perché vi avremmo dimenticati?".
"Al che Maria Luisa - riferisce ancora il Comitato - ha risposto: 'Non ha visto come stiamo ancora messi, a un anno dal terremoto?'". A quel punto la Casini avrebbe cambiato tono e, rivolgendosi a Giorgini, avrebbe detto ad alta voce: "Questa gente tenetevela voi". E non solo, la vicepresidente, rivolgendosi alla sorveglianza, avrebbe ordinato: "Allontanate questa gentaccia". Una versione dei fatti subito smentita dall'esponente Pd - rappresentata, a suo dire, "come una politica lontana dalla realtà e soprattutto supponente nei confronti dei terremotati" - e ricostruita in maniera assai differente.
"Mentre ero in Consiglio Regionale - racconta Casini su Facebook - sono stata chiamata da un collega consigliere che mi ha chiesto di uscire a salutare due sue ospiti di Arquata. Appena arrivata mi è stato detto che le signore lamentavano il mancato coinvolgimento nella stesura della norma e quando mi sono avvicinata - continua la vicepresidente - le signore mi hanno verbalmente aggredita con battute ingenerose e ironiche soprattutto quando ho chiesto loro se fossero residenti ad Arquata. Sentendomi minacciata - aggiunge - peraltro in un luogo istituzionale, ho chiesto che le signore venissero allontanate". "Convinta dell'importanza di una critica costruttiva nei confronti dell'operato delle istituzioni - conclude infine - credo tuttavia che sia lecito difendersi quando si diventa bersaglio di insulti ingiustificati".