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Siccità

Roma senz'acqua, scatta il razionamento

(Xinhua)
(Xinhua)
23 luglio 2017 | 08.37
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Emergenza acqua a Roma. La Capitale è all'asciutto e rischia sempre più di dover fare i conti con il razionamento dell'acqua, con l'ipotesi dello stop all'erogazione secondo turni di 8 ore. A partire dal 28 luglio, infatti, la Regione Lazio ha disposto la sospensione del prelievo dell'acqua dal lago di Bracciano a causa del progressivo impoverimento del bacino, che ha reso necessario l'avvio di un'azione di salvaguardia degli aspetti ambientali-naturalistici, con l'obiettivo di recuperare per quanto possibile la sua naturale integrità ecologica.

ACEA - Immediata la risposta di Acea: "Noi riteniamo quest'atto della Regione abnorme e illegittimo, ma soprattutto inutile rispetto all'obiettivo di tutela del lago di Bracciano". Così Paolo Saccani, presidente di Acea Ato2, in un'intervista a Sky Tg24. "Dal lago di Bracciano Acea sta derivando 86mila metri cubi al giorno a cui corrisponde un abbassamento per questa derivazione di soli 1,5 millimetri", aggiunge. "Il lago di Bracciano è profondo 164 metri: azzerare la derivazione dal lago di Bracciano fa risparmiare 1,5 millimetri ma creerà agli abitanti di Roma -noi abbiamo stimato circa un milione e mezzo- pesantissimi disagi - prosegue Saccani - Io non nascondo che il lago di Bracciano sia basso in questo momento però il lago di Bracciano è 90 centimetri in meno rispetto all'anno scorso, in un lago che è profondo 164 metri. Stiamo attuando tutte le misure per ridurre la derivazione dal lago ma interromperla è a nostro giudizio un atto irresponsabile". "Da qui a sette giorni noi non troveremo nessuna soluzione se non quella di razionare l'acqua a 1,5 milioni di romani, a tutte le attività produttive, le attività turistiche, ai palazzi delle istituzioni, allo Stato della Città del Vaticano. Questo succederà. Non faremo certo un bene all'immagine internazionale dell'Italia e della Capitale del Paese, il tutto per 1,5 millimetri al giorno di abbassamento, perché questo è il contributo all'abbassamento del lago di Bracciano che fa Acea", prosegue.

REGIONE LAZIO - Ma la Regione tira dritto. "Purtroppo è una tragedia. Il livello del lago di Bracciano - ha spiegato a Tgcom24 il governatore Nicola Zingaretti - si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale fino a questo evento. Abbiamo tempo 7 giorni per trovare tutte le possibilità al fine di limitare al massimo il disagio per i cittadini, ma è sbagliato chiudere gli occhi. Il problema c'è ed è grave. Sta finendo l'acqua a Roma". "Basta andare con una fotocamera a Bracciano per capire che sta accadendo l'inimmaginabile - aggiunge -. Far uscire l'acqua dai rubinetti è un diritto ma dobbiamo fare i conti con un problema enorme che è la siccità. Mi piacerebbe invitare qui Donald Trump per fargli capire cosa significa non rispettare gli accordi sul clima". Con due atti amministrativi, la Regione Lazio ha quindi determinato la sospensione del prelievo dell’acqua dal lago di Bracciano. L'ordinanza impone ad Acea ATO 2 S.p.a. di azzerare ogni prelievo dal lago entro e non oltre le ore 24 del giorno 28 luglio prossimo, "onde consentire il ripristino del livello naturale delle acque del lago e della loro qualità".

GOVERNO - Contro l'emergenza siccità è pronto a scendere in campo anche il governo. ''Siamo pronti a collaborare con le regioni nel censimento dei danni'' causati dalla siccità e ''la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica''. Lo ha detto il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, in una nota. Tra le situazioni più critiche, spiccano quella di Roma e del Lazio. Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha affermato che nell'ultima riunione l'Osservatorio permananente "ha deciso il passaggio per il Lazio a una condizione di severità idrica alta: ciò permette di attivare sia le procedure a sostegno del settore agricolo che la concessione eventuale dello stato di emergenza da parte della Protezione Civile, su richiesta regionale". Martina, inoltre, ha annunciato che sono in arrivo 700 milioni di euro, per migliorare le infrastrutture irrigue. Il ministero dell'Agricoltura ha attivato un bando, con una dotazione finanziaria di circa 600 milioni di euro e che verrà chiuso entro il 31 agosto. A questo si aggiunge un investimento di 107 milioni di euro su 6 opere irrigue già cantierabili e i cui lavori partiranno nei primi mesi del 2018.

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