Aveva minacciato di compiere stragi nel nome del Califfato, condannava le operazioni della coalizione che contrasta l'Is e si vantava di avere sgozzato in passato molti uomini. Per questo un cittadino algerino 48enne è stato espulso oggi dal territorio nazionale per motivi di pericolosità sociale. Lo rende noto il ministero dell'Interno.
Con questo rimpatrio, il 63° del 2017, salgono a 195 le espulsioni di soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso eseguite con accompagnamento nel proprio Paese dal gennaio 2015 ad oggi.
Lo straniero, riferisce la nota del Viminale, entrato clandestinamente nel 2016 e poi richiedente asilo, era monitorato dalle forze di polizia per aver manifestato, all’interno del centro di Licodia Eubea (Catania) dove era ospitato insieme al figlio, forte avversione nei confronti dei costumi occidentali, condannando le operazioni militari anti-Daesh della Coalizione nonché vantandosi di aver in passato sgozzato molti uomini e di esser stato detenuto in Algeria, sino alla sua fuga.
L'algerino aveva mostrato comportamenti aggressivi nei confronti delle operatrici e di altre donne ospitate nel centro, in quanto portatrici di comportamenti non conformi ai dettami islamici, fatti per i quali è stato denunciato all’Autorità giudiziaria per maltrattamenti e discriminazione razziale.
In seguito al diniego da parte della Commissione Territoriale di Catania dello status di rifugiato, lo scorso 9 marzo era stato portato al Centro di permanenza per rimpatri di Caltanissetta: durante il trasferimento, ha minacciato di compiere stragi nel nostro Paese in nome del Califfato. Inoltre, a seguito di approfondimenti dei servizi di Intelligence, è emerso che risultava titolare di un profilo social con contenuti pro Stato Islamico e di tenore anti-sciita. Per questi motivi è stato espulso, con accompagnamento nel suo Paese di provenienza con un volo decollato dall’aeroporto di Fiumicino.