I finanzieri del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di circa 1 milione di euro, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma nei confronti dell’ex presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini.
"Il provvedimento cautelare reale - fa sapere il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della guardia di finanza - segue altro sequestro preventivo già eseguito nei confronti di Giancarlo, Sergio ed Elisabetta Tulliani, in relazione a plurimi reati, tra cui episodi di riciclaggio e autoriciclaggio commessi in concorso con Gianfranco Fini. Si tratta di reati emersi nell'ambito di una più ampia attività d'indagine che ha già portato all'esecuzione, in data 13 dicembre 2016, di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta, in quanto facenti parte di un'associazione a delinquere aggravata, a carattere transnazionale, dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, promossa e diretta da Francesco Corallo".
I finanzieri spiegano inoltre che "è stata data anche esecuzione a un decreto di sequestro per equivalente di beni per un valore complessivo pari a 215 milioni di euro". Secondo i finanzieri è emerso "un circuito economico fraudolento posto in essere dai sodali i quali si adoperavano, attraverso la costituzione di numerose società offshore, a trasferire, dall'Italia verso numerosi Paesi europei ed extraeuropei, somme di denaro oggetto di peculato, e sottratte alla pretesa impositiva erariale".
"I proventi illeciti conseguiti dall'associazione capeggiata da Francesco Corallo - secondo quanto riferisce la guardia di finanza - sono stati utilizzati per attività economiche, finanziarie, ed acquisizioni immobiliari, tra cui l'acquisto dell'appartamento ceduto da Alleanza Nazionale alle società offshore Printemps e Timara, riconducibili a Giancarlo e Elisabetta Tulliani". Da quanto emerso dalle indagini dei finanzieri questo "negozio giuridico, realizzato alle condizioni concordate con Francesco Corallo ed i Tulliani, è stato deciso da Gianfranco Fini nella piena consapevolezza di tali condizioni".
Secondo quanto ricostruiscono i finanzieri, inoltre, è emerso come "i membri della famiglia Tulliani dal 2008 abbiano ricevuto, per il tramite di società offshore riconducibili a Francesco Corallo, oltre sette milioni di euro, trasferiti su conti personali e su conti di società a loro direttamente o indirettamente riconducibili". Già a febbraio il gip aveva emesso un "decreto di sequestro per equivalente relativo a beni immobili, mobili e conti correnti, della famiglia Tulliani, per un valore di oltre 7 milioni di euro". Da ulteriori indagini, spiega la guardia di finanza, è emerso come "Gianfranco Fini sia stato artefice dei rapporti che si sono instaurati tra Francesco Corallo e i membri della famiglia Tulliani, rapporti in forza dei quali costoro hanno ricevuto dal primo le cospicue somme di denaro menzionate, in assenza di qualsiasi causale logica, ovvero in presenza di causali non collegabili a reali prestazioni effettuate". Proprio sulla base di queste nuove indagini, è stato emesso il decreto di sequestro preventivo eseguito nei suoi confronti.