Arriva nella Capitale la 'rabbia' dei presidi che per domani hanno organizzato manifestazioni e scioperi. L'Anp, Associazione nazionale dei presidi, ha indetto una protesta con una manifestazione nazionale a Roma. Nella Capitale arriveranno 2mila dirigenti da tutta Italia per far sentire la loro voce. La manifestazione si svolgerà in Piazza San Cosimato di fianco al Ministero dell'istruzione, dalle 10 alle 14 mentre contemporaneamente un presidio di alcune centinaia di dirigenti sarà in Piazza Montecitorio per incontrare i Parlamentari e illustrare loro le ragioni della protesta.
"Innanzitutto - spiega Giorgio Rembado, Presidente ANP - vogliamo ricordare che da 17 anni ormai siamo dirigenti in tutto e per tutto ma ci troviamo a dover rivendicare la perequazione retributiva con gli altri dirigenti delle amministrazioni pubbliche, rispetto ai quali il trattamento retributivo è molto inferiore. Chiediamo inoltre - continua il Presidente Rembado - poteri commisurati alle responsabilità che dobbiamo affrontare per raggiungere i risultati nel nostro lavoro e protestiamo contro le inutili vessazioni amministrative: ci fanno perdere tempo ed energie che invece dovremmo concentrare sulle attività scolastiche che richiedono fortemente il nostro impegno. Domani faremo sentire la nostra voce per esprimere il nostro forte dissenso".
Oltre all’Anp, domani protestano anche gli altri sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato assemblee provinciali e regionali in tutta Italia mentre l’Udir ha proclamato uno sciopero nazionale. Anche in questo caso retribuzione e poteri gestionali sono i punti critici.
“Lo stipendio dei presidi è circa la metà rispetto a quello dei dirigenti pubblici che anche a causa dei tagli alle presidenze scolastiche si trovano oggi a dover far fronte a un maggiore aggravio di lavoro – spiega Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, cui aderisce Udir – Un dirigente scolastico non può essere fisicamente presente in cinque scuole. E questo si ripercuote sul problema della sicurezza: non è giusto imputare ai presidi anche le sanzioni penali e amministrative in tema di sicurezza scolastica anche perché il preside – conclude Pacifico - non ha la facoltà di decidere gli interventi per la messa in sicurezza degli edifici”.