"Papà, papà, non ci credo che sei morto. Perché lo hanno fatto? Non meritavi di fare questa fine. Spero che quest'assassino faccia la tua stessa fine. Papà...". Piange a dirotto e urla una delle due figlie, ancora minorenni, di Marcello Cimino, il clochard bruciato vivo la notte scorsa mentre dormiva nel giaciglio sotto i portici della Missione dei Cappuccini. La ragazza è accompagnata dal fidanzato, giovanissimo anche lui, dalla sorella ancora più piccola e dalla mamma, Iolanda. "Mio padre era una persona buona - dice poi parlando con i giornalisti - Lo avevamo sentito con mia sorella ancora la scorsa settimana. E anche questa volta, gli avevamo chiesto di tornare a casa. Ma lui stava bene qui". L'altra sorella, occhi verdissimi, minuta, con i jeans strappati, piange a dirotto. Porta un mazzo di fiori e lo sistema nel luogo in cui è stato ucciso il padre.